MAGENTA – La città si appresta a celebrare il 156esimo anniversario della storica battaglia della seconda guerra d’indipendenza, per cui domenica 7 giugno i figuranti saranno i protagonisti della spettacolare rievocazione. Quest’anno un occhio della manifestazione sarà puntato verso l’Expo con una serie di iniziative collaterali che vedono il colore ‘Rosso Magenta’ in primo piano. Difatti, sabato 6 giugno andrà in onda ‘Notte Rosso Magenta’ e la mostra collettiva di pittura ha il titolo ‘Impressioni e colori del 1859’. Non solo, ma sarà il ‘Punto Rosso Magenta’ ad allietare il pomeriggio del giorno della manifestazione. E’ proprio il caso di dire che il ‘file rouge’ della manifestazione quest’anno sarà il ‘Rosso Magenta’.
PERCHE’ SI CHIAMA ‘ROSSO MAGENTA’?
Consultando http://www.boscarol.com/blog/?p=8894 veniamo a sapere che la società britannica Simpson, Maule & Nicholson brevettò in Gran Bretagna nel 1860 un colorante sintetico chiamato ‘roseine’. Lo stesso era già stato scoperto in Francia, nel 1859 (l’anno delle battaglie di Magenta e Solferino) e brevettato dalla società Renard Frères & Franc con il nome di ‘fuchsine’.
Simpson, Maule & Nicholson per motivi commerciali inizialmente chiamarono ‘solferino’ il colore prodotto dalla ‘roseine’, ma presto lo cambiarono in ‘magenta’.
Ci sono varie ipotesi sul perché a quel determinato colore sia stato dato il nome della città di Magenta. L’ipotesi più accreditata è che quando venne scoperta la ‘roseine’, Magenta e Solferino erano nomi noti in tutta Europa per le battaglie, fra le più sanguinose mai combattute. I mercanti e i pubblicitari inglesi si appropriarono immediatamente di questi nomi ‘di moda’.
Si tratta probabilmente di un meccanismo simile a quello avvenuto un secolo più tardi, tra il 1946 e il 1958, quando sull’atollo di Bikini nell’Oceano Pacifico vennero sperimentate le bombe nucleari all’idrogeno. La notizia venne pubblicata su tutti i giornali e fece molto scalpore. I pubblicitari pensarono allora di dare il nome bikini ad un tipo di costume da bagno femminile in due pezzi, che a quei tempi faceva anch’esso molto scalpore, come una bomba atomica.
Il primo uso della parola ‘magenta’ inteso come nome di un colore è documentato nel Dizionario del Battaglia. Il termine è usato da Eugenio Montale nella poesia “Nubi color magenta…” in ‘Bufera’ composta nel marzo 1950 e in cui ‘magenta’ viene usato come variante lessicale di ‘rosso’.
Il nome ‘magenta’ verrà usato più tardi anche da Dino Buzzati nel suo ultimo romanzo ‘Un amore’, 1963 (“vestito di un completo di grisaille, camicia bianca, cravatta in tinta unita rosso magenta…”) e da Elio Vittorini in ‘Le due tensioni’: “noi con la vista possiamo vedere un … color magenta…”.
‘Magenta’ come nome di colore è sinonimo di ‘fucsia’, m non viene usato fino al 1859, anno della battaglia. ‘Fucsia’ continua ad essere usato, ma ‘magenta’ molto di più e quest’anno è addirittura di moda.
La foto è del 2006