durante la presentazione della mostra è anche stato donato un dipinto di ignoto, raffigurante il reparto di Medicina di Legnano negli anni Sessanta. Qui lavorava il Professor Enrico Ghislandi, oncologo: oggi i figli Isabella, Paolo e Giovanni hanno “scoperto” il dipinto opera di un malato di allora, che ci consegna un’immagine di sanità lontana, fatta di stanzoni che arrivavano a racchiudere 30 letti contemporaneamente.
L’Ospedale legnanese si evolve, si arricchisce di un “luogo di silenzio“: qui la giovane studentessa di Naba, Claire Illi, ha scattato le foto che ornano la parete del centro unico di prenotazione.
L’obiettivo del progetto è rappresentare il rapporto tra i migranti e la Sanità Italiana, attraverso i volti, i luoghi, i modi in cui le pratiche e gli approcci degli arrivanti impattano e si intrecciano con le realtà preesistenti, contribuendo a farle evolvere e cambiare.
Dal comunicato stampa leggiamo: la Fondazione Farmafactoring, da sempre sostenitrice dei giovani, ha scelto gli studenti del Master in Photography and Visual Design di NABA (Nuova Accademia di Belle Arti, Milano) – classe 2014 – per rappresentare questa importante realtà e insieme a Censis ha selezionato l’Azienda Ospedaliera di Legnano come esempio positivo di struttura sanitaria dal punto di vista dell’accoglienza e cura delle persone migranti. Claire Illi, la studentessa autrice di questi scatti, ha dedicato la sua attenzione al ‘Luogo del Silenzio’ dell’Ospedale di Legnano. Uno spazio neutro, dedicato a tutti coloro che desiderino prendersi un momento di raccoglimento indipendentemente dalla propria connotazione religiosa. Il luogo, ritratto da Claire con sguardo rigoroso ma delicato, in momenti ordinari di intima frequentazione, orbita attorno a un labirinto, al centro del quale defluisce un filo d’acqua: simbolo di percorsi individuali, diversi, destinati a ricongiungersi verso una meta comune. “Siamo riconoscenti a Claire per la bellezza delle sue fotografie – ha affermato il Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera di Legnano, Carla Dotti. Queste immagini rendono più accogliente il nostro luogo di cura, consentono una sosta alle preoccupazioni di salute. Il luogo di silenzio va incontro alle esigenze di un Ospedale che deve assicurare cura a una comunità sempre più mondiale. Pensiamo che nel 2014 abbiamo avuto 162 ricoveri di persone straniere, provenienti in prima battuta dalla Romania (35), seguita dall’Albania (31) e dall’Ucraina (19 persone). Il luogo di silenzio è anche frequentato dalla Chiesa Cristiana Evangelica Pentecostale di Castellanza, dai chirurghi prima di un intervento complesso, da chi ha bisogno di un po’ di tempo per sé e per i propri pensieri”