Ci ha lasciati il partigiano Bruno Valli: una lunga vita di lavoro
CASTANO PRIMO – L’avevamo conosciuto qualche anno fa – precisamente il 26 agosto 2006 – in occasione della stesura del libro ‘Fascisti, Partigiani, repubblichini nel Castanese – la seconda linea gotica (1943-45)’, per la quale gli chiedemmo un’intervista che volentieri ci concesse, anche per chiarire le diverse interpretazioni scritte sulla fucilazione operata dai tedeschi di tre castanesi.
Ci raccontò quello che successe il 26 febbraio 1945, l’arresto del gruppo degli undici partigiani castanesi (1-Antonio Noè, 2-Franco Noè, 3-Franco Griffanti, 4-Angelo Macchi, 5-Ambrogio Merlo, 6-Ultimo Sanson, 7-Livio Lualdi, 8-Riccardo Noé, 9-Nino Leoni, 10-Giovanni Croci, 11-Bruno Valli), del quale faceva parte, delle ore vissute nell’attesa della fucilazione, del fatto che, all’ultimo momento, il comandante tedesco tolse dal taschino un biglietto e lesse solamente tre nomi: Antonio Noè, Franco Noé e Franco Griffanti, così individuati perché, al momento dell’arresto, erano stati trovati in possesso di armi. Seguì l fucilazione coi tre martiri addossati al muro del cimitero. Poi i tedeschi proseguirono per Sacconago dove fucilarono un altro partigiano (Minelli), mentre i restanti ragazzi castanesi furono portati al carcere di Varese e, poi a San Vittore.
L’ordine dei tedeschi erano stato quello di riporre i cadaveri in una fossa comune, così come i funerali avrebbero docuto essere officiati a cimitero chiuso. Niente di tutto quanto era stato ordinato fu eseguito: il camposanto era letteralmente circondato da gente salita sulla cinta e la fossa comune non fu nemmeno scavata.
Bruno Valli, ultimo testimone della vicenda dei ‘Tre Martiri Patrioti’ – che l’Amministrazione Comunale ricorda ogni anno con un corteo – è andato a reincontrare i suoi compagni. Ricordo che, nell’incontro dell’agosto 2006, ci teneva a raccontare ‘la sua verità’, senza fronzoli eroici. Nel dopoguerra non si lasciò ammaliare dalla politica, ma si dedicò esclusivamente al lavoro, diventando imprenditore meccanico e fondando l’officina ‘Valli&Merlo’ che attualmente è guidata dal figlio Luca. A metà degli Anni Sessanta aveva sposato la professoressa Marisa Torno (fu anche preside delle Scuole Medie) che lo aveva lasciato qualche anno fa. Nella fase ultima della sua vita, il suo impegno sociale si era concretizzato nella guida del Centro Anziani di Via San Gerolamo.