E’ partito da lontano Mario Mantovani, vice presidente della Regione Lombardia, per illustrare le ragioni storiche – ma anche attuali rintracciabili nei numeri del prodotto lordo – che rendono necessaria una maggiore autonomia della Regione Lombardia. Proprio perché, essendo sempre stata avanti, la nostra Regione non può essere continuamente frenata nel suo sviluppo da lacci e laccioli di una Stato burocratico e ottuso.
Nel suo saggio, ‘Lombardia migliore? Sì, Lombardia autonoma‘, presentato nei giorni scorsi, Mario Mantovani parte dal Pil lombardo (310 miliardi, 21% del Pil nazionale) superiore a quello della Grecia, Scozia, Danimarca, Svezia. Tanto da costituire il motore secondario dell’Europa (il primo è la regione del Baden-Wurtemberg con 390 miliardi). Il saggio continua con la storia millenaria di una Lombardia che ha nel Medioevo uno dei suoi momenti migliori: i canali, l’agricoltura (ancora oggi la Lombardia è la prima regione nel settore agricolo), i mercanti lombardi (‘Lombard Street’ c’è ancor oggi a Londra), la nascita dei distretti industriali. Sono questi i motori primari – dove si tramanda il sapere da padre in figlio – dello sviluppo che anche durante la recente recessione hanno fatto investimenti, conquistato nuovi mercati. Questo distretti industriali sono delle vere e proprie fortezze dove la cultura del lavoro si adatta alle nuove tecnologie.
L’altomedioevo è anche il tempo delle abbazie benedettine nelle quali esisteva sempre un ‘hospitale’ per i poveri, al punto che nella Milano del XIII secolo c’erano dieci ospedali e Bonvesin de la Riva scrive che “nessun povero viene rifiutato o respinto”,
Il capitolo della Lombardia, terra di geni, artisti e benefattori, si apre con quello che fu il Ducato di Milano e prosegue sul pensiero illuminista di Verri e Beccaria, per arrivare al federalismo laico di Cattaneo, al liberalismo cattolico di Manzoni e al genio di Alessandro Volta. Nel 1810 Milano era all’avanguardia nella modernizzazione e poteva contare su un numero di ingegneri pari a quello di Parigi. Non è un caso che ‘La contrada de Veder’, antesignana della ‘Galleria’, sia stata realizzata dall’ingegnere Luigi De Cristoforis a Milano, prima che un tale ‘passage’ fosse realizzato a Parigi.
La riscoperta del pensiero di Tommaso Zerbi e Gianfranco Miglio, i quali – dopo la bandiera innalzata da Cattaneo nell’Ottocento – hanno lanciato la sfida culturale alla sinistra sul federalismo, apre il discorso sulla cultura lombarda: 12 atenei (7 a Milano) con 300 musei e 300mila a beni culturali. Una cultura che ha prodotto le nostre attuali eccellenze: la moda e il design, protagonisti in tutto il mondo.
Infine, la Sanità. Perché Mario Mantovani è l’assessore alla Sanità dove Regione Lombardia è sinonimo di buon sanità: un sistema capace di competere con i più elevati standard internazionali, dove chiunque può scegliere liberamente dove curarsi, in strutture pubbliche o private. E’ stato Mantovani, insieme al suo presidente, Roberto Maroni, che in questi mesi hanno messo a punto la Riforma (sarà discussa a breve nel Consiglio Regionale) che prenderà atto del cambiamento avvenuto nella società lombarda, dove i pazienti cronici sono il 30% e gli anziani assorbono il 70% della spesa sanitaria.