Il CDA aveva infatti delineato un piano industriale che avrebbe permesso ad A.T.S. di raggiungere un equilibrio economico e finanziario che avrebbe garantito la continuità nel l’erogazione dei servizi a seguito anche della ricapitalizzazione da parte di tutti i Soci. Venendo a meno una serie di condizioni fondamentali che avrebbero permesso ai Comuni coinvolti di procedere con la copertura delle perdite, giustamente, hanno deciso di non procedere a ripianare senza un piano industriale che garantisse la continuità aziendale poiché la stessa avrebbe prodotto delle perdite sistematiche costringendo cosi i comuni a doverle colmare annualmente. E’ evidente che ci troviamo di fronte a una sconfitta di tutti, politica, di management e dei lavoratori. A differenza però di qualche “Renzi de noartri” che si è unicamente fin da subito prodigato nel voler individuare un colpevole, identificandolo poi nella figura dei sindacati e nei lavoratori, forse per sottrarsi alle proprie responsabilità, noi crediamo che non sia ancora arrivato il momento in cui poter attribuire responsabilità alcune. In questo momento pensiamo sia opportuno esprimere il nostro ringraziamento all’attuale consiglio di amministrazione per essere riuscito in così poco tempo a portare alla luce il dissesto finanziario apprezzando l’effettivo tentativo di salvataggio che hanno provato a mettere in atto. Al liquidatore che verrà nominato chiediamo che venga fatta luce sulle reali motivazioni che hanno portato al dissesto della società, non pensiamo possano essere imputate nei confronti di chi abbia accettato o meno il piano industriale, ma sicuramente provengono altrove.
Magenta, vicenda A.T.S., The neverending story (La storia infinita)
Riceviamo e pubblichiamo:
Lunedì 27 luglio i soci dell’Azienda Trasporti Scolastici Srl (A.T.S.) , con una votazione unanime, hanno deciso di mettere in liquidazione la Società in quanto non si sono verificate le condizioni indicate dal Consiglio di Amministrazione per garantire un Piano Industriale che garantiva una continuità aziendale.
Il CDA aveva infatti delineato un piano industriale che avrebbe permesso ad A.T.S. di raggiungere un equilibrio economico e finanziario che avrebbe garantito la continuità nel l’erogazione dei servizi a seguito anche della ricapitalizzazione da parte di tutti i Soci. Venendo a meno una serie di condizioni fondamentali che avrebbero permesso ai Comuni coinvolti di procedere con la copertura delle perdite, giustamente, hanno deciso di non procedere a ripianare senza un piano industriale che garantisse la continuità aziendale poiché la stessa avrebbe prodotto delle perdite sistematiche costringendo cosi i comuni a doverle colmare annualmente. E’ evidente che ci troviamo di fronte a una sconfitta di tutti, politica, di management e dei lavoratori. A differenza però di qualche “Renzi de noartri” che si è unicamente fin da subito prodigato nel voler individuare un colpevole, identificandolo poi nella figura dei sindacati e nei lavoratori, forse per sottrarsi alle proprie responsabilità, noi crediamo che non sia ancora arrivato il momento in cui poter attribuire responsabilità alcune. In questo momento pensiamo sia opportuno esprimere il nostro ringraziamento all’attuale consiglio di amministrazione per essere riuscito in così poco tempo a portare alla luce il dissesto finanziario apprezzando l’effettivo tentativo di salvataggio che hanno provato a mettere in atto. Al liquidatore che verrà nominato chiediamo che venga fatta luce sulle reali motivazioni che hanno portato al dissesto della società, non pensiamo possano essere imputate nei confronti di chi abbia accettato o meno il piano industriale, ma sicuramente provengono altrove.
Il CDA aveva infatti delineato un piano industriale che avrebbe permesso ad A.T.S. di raggiungere un equilibrio economico e finanziario che avrebbe garantito la continuità nel l’erogazione dei servizi a seguito anche della ricapitalizzazione da parte di tutti i Soci. Venendo a meno una serie di condizioni fondamentali che avrebbero permesso ai Comuni coinvolti di procedere con la copertura delle perdite, giustamente, hanno deciso di non procedere a ripianare senza un piano industriale che garantisse la continuità aziendale poiché la stessa avrebbe prodotto delle perdite sistematiche costringendo cosi i comuni a doverle colmare annualmente. E’ evidente che ci troviamo di fronte a una sconfitta di tutti, politica, di management e dei lavoratori. A differenza però di qualche “Renzi de noartri” che si è unicamente fin da subito prodigato nel voler individuare un colpevole, identificandolo poi nella figura dei sindacati e nei lavoratori, forse per sottrarsi alle proprie responsabilità, noi crediamo che non sia ancora arrivato il momento in cui poter attribuire responsabilità alcune. In questo momento pensiamo sia opportuno esprimere il nostro ringraziamento all’attuale consiglio di amministrazione per essere riuscito in così poco tempo a portare alla luce il dissesto finanziario apprezzando l’effettivo tentativo di salvataggio che hanno provato a mettere in atto. Al liquidatore che verrà nominato chiediamo che venga fatta luce sulle reali motivazioni che hanno portato al dissesto della società, non pensiamo possano essere imputate nei confronti di chi abbia accettato o meno il piano industriale, ma sicuramente provengono altrove.
I Consiglieri e gli Amministratori appartenenti alla Lega Nord dei Comuni Soci.