Chi scrive ricorda di aver letto – da qualche parte – che il toponimo ‘Verbano’ (riferito al nome antico del Lago Maggiore) fosse derivato dal nome di una pianta spontanea, appunto le ‘verbene’ (nella foto), presente sulle sue rive. Ho cercato conferma in google e nel ‘Battaglia’, ma non ho trovato alcun accenno a questa ipotesi. Il toponimo, alcuni lo dicono di derivazione celtica, altri latina. Lascio a qualche specialista di cunicoli culturali di chiarire la questione. Al richiamo di quella ‘foresta culturale non ancora disboscate, ha risposto con un pregnante intervento (al punto che abbiamo pensato di semplificarlo un po’) la professoressa Giovanna Noé, originaria di Buscate, ma residente a Magenta da anni:
GIOVANNA NOE’ – Certo la parentela etimologica tra ‘Verbano’ e ‘verbene’ sarebbe affascinante.
Ho spulciato anche io i dizionari etimologici che ho in casa e ho setacciato qualche sito internet (probabilmente gli stessi che ha consultato Lei). Nihil egi, ovvero non sono riuscita – purtroppo – a cavare un ragno dal buco! Servirebbe forse un salto in Braidense o – meglio ancora – alla biblioteca del dipartimento di filologia moderna dell’Università degli Studi di Milano.
Comunque sia, quello che ho letto é stato… succulento (ognuno ha le PROPRIE deviazioni, no?).
Fra i toponimi, ‘Verbano’ appartiene al sottogruppo dei limnonimi, cioé i nomi di lago.
Nei dizionari di lingua latina é posto a lemma come ‘Verbanus lacus’, con il semplice significato di lago della Gallia Transpadana, oggi Lago Maggiore. Risulta attestato nella ‘Naturalis Historia’ di Plinio il Vecchio. Le ho cercato il passo al cap. III, 131: ‘In hac regione et undecima lacus incluti sunt omnesque eorum partus aut alumni, si modo acceptos reddunt, ut Adduam Larius, Ticinum VERBANNUS, Mincium Benacus, Ollium Seninnus, Lambrum Eupilis, omnes incolas Padi’. (In questa regione e nella undicesima ci sono famosi laghi e fiumi originati da questi o alimentati, se ricevutili li rilasciano, così il Lario l’Adda, il VERBANO il Ticino, il Benaco il Mincio, il Sebino l’Oglio, l’Eupili il Lambro, tutti affluenti del Po).
Secondo alcuni studiosi, il limnonimo ‘Verbanus’ deriverebbe dal celtico ‘uer’- (<‘uper’ – ‘sopra’) e -‘banna’ o ‘benna’ (punta >sommità). Secondo qualcuno si può accostare al nome di persona latino ‘Virbius’, che significa ‘nato due volte’
Niente, comunque, che c’entri con la ‘verbena’, la cui etimologia è dibattuta. Secondo alcuni deriva dai vocaboli celtici ‘fer’; secondo altri, invece, dal latino ‘herba Veneris’ (erba di Venere) per il presunto effetto afrodisiaco. Altri studiosi ancora riconducono il termine alla radice proto indoeuropea ‘werb’ (piegare). Come vede, niente di simile alle origini del termine ‘Verbano’. Peccato! Nei dizionari latini troviamo il lemma ‘verbena’, col significato di erbe o fronde di carattere sacro, di solito rami e relative foglie di alloro, ulivo, mirto, cipresso, ecc., portati in corone, sul capo, dai feziali quando andavano a stipulare alleanze oppure dai sacerdoti supplichevoli, e inoltre adoperati nei sacrifici e nelle cerimonie religiose per inghirlandare o profumare gli altari. Ho scoperto che ‘Verbena’ è anche un nome proprio di persona italiano femminile (suadente, non trova?) e fa parte di quel folto gruppo di nomi augurali ispirati ai fiori (come Viola, Rosa, ecc.). E ancora adespota (perché non c’é ancora una Santa Verbana), quindi l’onomastico si festeggia ad Ognissanti.