Domenica sera di ritorno dal reportage fatto a Budapest, all’uscita del Terminal 1 di Malpensa, noto una valigia abbandonata, forse ancora carico dell’adrenalina del viaggio, i miei pensieri volano al peggio o forse perché siamo pervasi da una propaganda terroristica e compio il mio dovere da cittadino e chiamo il 113, sul posto arrivano agenti della Polizia Aeroportuale i quali verificano che, fortunatamente, la valigia è vuota, tutto e bene quel che finisce bene, ma la domanda è chi è che la lasciata li, mah! ricordatevi esistono i cassonetti, in certi posti abbandonare una valigia mette in allarme e fa temere al peggio! io, ancora una volta, il mio dovere l’ho fatto!
Malpensa, ho ritrovato una valigia abbandonata
Francesco Maria Bienati
Chi è Francesco Maria Bienati, innanzitutto… uno che fino qui ha vissuto e, a suo modo, vuole continuare a vivere. Come ha fatto finora, seguendo quello che la vita gli offre tentando di carpirne l’attimo. Lo stesso attimo che l'ha portato a intraprendere la strada del giornalismo: nel 1993, seduto su un muretto nei pressi dell’ospedale di Mostar, con la colonna sonora dei colpi di mitragliatrice, accorgendosi che c’era bisogno d’informare per sensibilizzare il mondo che c’era una parte di mondo che soffriva. Cosi, da appassionato fotoamatore diventa Giornalista (mi piace definirmi Fotoreporter). La mia sensibilità mi porta a proseguire l’esperienza bosniaca in altri paesi in guerra: Albania, Israele, Sudan. Altri reportage li realizzo in Togo, Egitto, Tunisia, Benin. In questi anni collaboro alla fondazione di due Onlus, l’Associazione Un Sorriso per il Sudan e Il Coordinamento Pro Missioni di Magenta. Dopodiché mi butto nell'imprenditoria, fondo una ditta di Autotrasporti internazionali che mi permette di girare per la vecchia e nuova Europa. Continuando a documentare in maniera personale le cose e le storie che vedo. Sono cofondatore dell’Associazione Amici di Mons. Macram, Vescovo Sudanese operante nella sua terra. Oggi continuo a seguire l’attimo: ho deciso di tornare a fare il giornalista, nel tentativo di dare voce a chi non ne ha.