Dopo la sortita dei sindaci di centrosinistra del Castanese, capeggiati da Sara Bettinelli, sindaco di Inveruno (Pd), arriva quella dei sindaci di centrodestra a nome di Fabio Merlotti (Forza Italia), vicesindaco di Buscate, qui sotto pubblicata.
Noi premettiamo solamente le parole di Vittorio Feltri (Il Giornale, 11 settembre 2015): “Feltri spiega che lo scandalo è stato vedere la sinistra mostrare la solita ostilità preconcetta” nei confronti di un movimento “che si muove e fa politica nel rispetto del codice penale”. “Una sinistra – prosegue – che cerca sempre di isolare chi non ritiene politicamente corretto e non è omologato” (…).
“IO COMBATTO LA TUA IDEA, CHE E’ DIVERSA DALLA MIA, MA SONO PRONTO A BATTERMI FINO AL PREZZO DELLA MIA VITA PERCHE’ TU LA POSSA ESPRIMERE LIBERAMENTE”
In relazione ai fatti di cronaca che riguardano la manifestazione nazionale di “Casa Pound” organizzata presso il Comune di Castano Primo, in data odierna è giunta la richiesta di sottoscrizione di un documento da parte della Presidente della Conferenza dei Sindaci dell’Alto Milanese – Sara Bettinelli, Sindaco di Inveruno.
In tale richiesta il Sindaco Bettinelli chiede ai Comuni di sostenere il Sindaco di Castano Primo, Giuseppe Pignatiello, nella sua decisione di revocare il permesso alla manifestazione adducendo nel documento da sottoscrivere motivazioni di carattere formale e altre di merito rispetto ai proponenti della stessa.
Sul primo tipo di motivazioni, di ordine “formale” – e relative al fatto che l’oggetto della richiesta di autorizzazione sarebbe stato volutamente “mascherato” – non possiamo che condividere la sottolineatura, valida in questo come in tutti i casi analoghi, che le richieste alle Amministrazioni Comunali debbano sempre essere corrette e precise per consentire ai Comuni di esercitare le proprie funzioni a tutela dei propri cittadini.
Riteniamo altresì che tale aspetto non sia tale da meritare il coinvolgimento di altre istituzioni comunali considerando il Comune di Castano Primo in grado di gestire direttamente tali aspetti in piena autonomia.
Sugli aspetti di merito sollevati, riteniamo che non si debba mai dimenticare la difesa della libertà di espressione che caratterizza ogni democrazia: consentire di manifestare le proprie opinioni in modo pacifico, non sovversivo e in conformità e rispetto delle regole vigenti non può che essere una dovere delle Istituzioni.
Tale principio deve essere garantito anche nelle situazioni in cui i contenuti proposti non siano condivisi.
Non crediamo debba essere motivo di divieti il fatto che le idee possano non essere “conformi”, riteniamo invece che la compressione degli spazi di libertà e di libera espressione di pensiero possano essere una concausa di forme eversive nella misura in cui non si dà spazio a idee la cui esistenza permane anche quando se ne vuole impedire la libera manifestazione.
Si fa notare anche come tra gli invitati che hanno garantito la propria partecipazione alla manifestazioni in oggetto si trovano anche nomi di livello nazionale sulla cui aderenza ai principi democratici non abbiamo dubbi e auspichiamo non ve ne si siano da parte di altri solo in forza di una diversa collocazione politica o culturale.
Queste presenze ci portano a pensare che il tenore della manifestazione sia orientato al dibattito e al confronto di idee e non a mettere in atto azioni eversive, che andrebbero invece prevenute e ostacolate.
A tal proposito vogliamo richiamare le parole di Voltaire, sicuramente abusate ma opportune in questo contesto: “Io combatto la tua idea, che è diversa dalla mia, ma sono pronto a battermi fino al prezzo della mia vita perché tu, la tua idea, possa esprimerla liberamente”.
In conclusione – con lo scopo preciso di evitare facili e banali interpretazioni strumentali se non addirittura faziose – vogliamo ribadire la nostra contrarietà ad ogni tipo di ideologia totalitaria, violenta e irrispettosa delle libertà individuali e collettive.
Il nostro impegno politico è centrato sul rispetto e sulla difesa della libertà e quindi delle leggi che la difendono; siamo convinti che il contrasto alle idee “potenzialmente” sediziose, debba avvenire con l’esercizio della politica e non attraverso la coercizione