Sabato 26 settembre, nella mattinata, un gruppo di milanesi (vedere articolo) è venuto a visitare la terra di Induno, dove all’interno di quella che fu la proprietà del marchese Benigno Bossi, c’è pure l’oratorio dell’Assunta che sta ‘tirando gli ultimi’ (come si nota dalle foto) con buona pace di tutti. Ne raccontiamo la storia per dire che se una cosa del genere l’avessero gli americani l’avrebbero messa sotto vetro.
Venne fondato nel 1599 dai nobili Sacrapanti Risi, proprietari di Induno, cui successe la nobile Casa Bossi che nel proprio albero genealogico annovera un arcivescovo di Milano, San Benigno, di cui si conservava un quadro nella canonica di Malvaglio.
Nell’ultima pagina del registro dei matrimoni e morti 1709-1800 di Dairago si legge questa annotazione:
“1793 adi 26 maggio é stato benedetto solennemente l’Oratorio di Casa Bossi in Induno, parrocchia di Malvaglio con facoltà trasmessami dalla Curia Arcivescovile. Onde compiacere a Sig.ri Marchese don Benigno e don Giovanni fratelli Bossi ho soddelegato il Rev.mo P. don Federico Beleredi Olivetano ed Abate attuale del Monastero di Nerviano, il quale in detto giorno ed anno eseguì la succennata benedizione”.
Nella chiesa è conservata una bella pala di altare ascrivibile al Seicento, ormai preda dell’umidità che se la sta letteralmente mangiando. Altri quadri, le cui dimensioni portano a ritenere che provengano proprio da Induno, sono conservati nella parrocchia di Malvaglio i quali sono stati recentemente restaurati dalla fondazione Candiani. Tra questi, in uno di essi, una sorta di ‘Predicazione di Gesù al Tempio’, compaiono due committenti, rigidi gentiluomini del XVII secolo, probabilmente appartenenti al casato nobiliare dei Bossi.
Al centro della cappella c’é una lapide sepolcrale che ricorda donna Teresa Bossi, nata baronessa Milefeld, d’anni 44, morta il 30 giugno 1781. Sopra la cappella, l’arma dei Bossi, rappresentata da un bue andante, è ormai illeggibile.