LOMBARDIA – Sulla riforma della Sanità Lombarda, che ha visto l’estromissione dell’assessore alla Sanità, Mario Mantovani, pubblichiamo il seguente contributo del segretario del Cisl Milano metropoli, Giuseppe Oliva:
“La riforma della Sanità lombarda approvata ai primi di agosto, contiene certamente degli aspetti positivi, ora, però si tratta di capire come si riuscirà a dare corso a questi principi”.
E’ quanto sostiene Giuseppe Oliva, segretario della Cisl Milano Metropoli Legnano Magenta che dallo scorso aprile ha tra le sue deleghe dirette, proprio quella della Salute.
“Senza dubbio – spiega Oliva – se con questo percorso d’aggiornamento della nostra Sanità si riuscirà effettivamente a mettere al centro la persona, creando un rapporto diretto e costante tra paziente e territorio, allora, vorrà dire che avremo centrato un obiettivo importante. Naturalmente è un cammino non privo di criticità”.
A questo proposito, il dirigente cislino calvando l’attualità del momento si sofferma sulle “esperienze positive che vanno non solo confermate ma se possibile allargate”. “Mi riferisco al Centro di via Rugabella – rimarca Oliva – si tratta di una vera eccellenza, un Poliambulatorio di riferimento che Expo ci consegna in eredità e che, mi auguro, potrà continuare a funzionare con le medesime modalità e con la stessa intensità anche quando l’Esposizione Universale sarà conclusa”.
Tornando all’impostazione generale la creazione di unico Assessorato al Welfare mettendo insieme Salute e Sociale, viene salutato con favore qui in Via Tadino.
“L’integrazione tra socio sanitario e assistenziale – argomenta Oliva – è qualcosa di inevitabile alla luce della complessità del contesto attuale. Con l’aumento esponenziale dei problemi legati alla cosiddetta ‘cronicità’ diventa essenziale per le persone avere un percorso d’accompagnamento e d’assistenza costante”.
Oliva applaude anche alla centralità che all’interno della riforma, assume il medico di base. “Senz’altro è corretto pensare ad un’alternativa all’Ospedale – aggiunge il Segretario della Cisl Milano Metropoli – in questo senso, ben venga la possibilità che più professionisti si consorzino tra loro per offrire al malato una copertura quasi h24. Naturalmente, poi, capire come questi dottori riusciranno effettivamente a lavorare insieme, se possibile, unendo professionalità diverse, è un’altra delle ‘provocazioni’ che lancia questa riforma”.
Nella riforma, come è già stato detto, spesso viene evocata la parola territorio. La possibilità, quindi, di avere accanto ai grandi Hub sanitari strutture intermedie che possano garantire la cura più appropriata, per esempio ai cosiddetti “lungodegenti”.
“A Legnano in quest’ottica – evidenzia Oliva – c’è tutto il ragionamento della ‘Cittadella Sanitaria’ che dovrebbe sorgere sulle ceneri del vecchio Ospedale. Oggi ancor di più questa struttura diventa strategica e complementare al nuovo nosocomio. Ma anche qui ci troviamo dinanzi ad un cammino che è ancora tutto da costruire”.
Per Oliva, però, questo traguardo, così come la nuova ‘geografia’ degli Ospedali alla luce della riorganizzazione in AST (Agenzie Sanitarie Territoriali) e ASST (Aziende Socio Sanitarie Territoriali), sono aspetti della riforma che potranno andare a regime solo nel 2016.
“Questa è una fase di transizione solo l’anno prossimo – conferma il rappresentante cislino – potremo vedere come andranno a finire esattamente alcune cose. A fine anno ci sarà la nomina dei nuovi direttori generali. Dopodichè potremo giudicare meglio anche altri obiettivi della riforma, come quello della riduzione dei costi”.
Da ultimo, rimanendo sempre nella sfera dei principi Oliva enfatizza il ruolo della Conferenza dei Sindaci. “Mi pare che qui si stia procedendo nella giusta direzione valorizzando il ruolo del territorio e dei suoi amministratori locali”.
A questo proposito, il delegato metropolitano della Cisl per le questioni di natura socio sanitaria rimarca la best practice già avviata nell’area del Legnanese.
“All’interno del Piano di zona del Legnanese, infatti, – ricorda Oliva – si è costituita una ‘cabina di regia’ di cui facciamo parte anche noi come sindacati. E’ un modo nuovo per affrontare le problematiche territoriali. Altrove, c’è un meccanismo che prevede una partecipazione più allargata, ma forse più farraginosa. Personalmente, il nostro approccio a questo nuovo modello di governance è senz’altro positivo, soprattutto anche perché ritengo che questa ‘cabina di regia’, se collegata alla nuova riforma, potrebbe rivelarsi molto utile per cercare di dare risposte più efficaci ai bisogni delle persone”.