Il diabete mellito è una patologia cronica in progressivo aumento in tutto il mondo, così come i suoi costi per la sua gestione. Secondo la “International Diabetes Foundation” 1 persona su 12 ha il diabete e 1 dollaro su 9 spesi per la salute è speso per il diabete. A questo poi vanno aggiunti i costi indiretti secondari alle giornate lavorative perse, all’assistenza sociale.
Questa emergenza ha rappresentato la sfida per la ricerca di nuove forme di gestione della patologia che (tra l’altro) possano rappresentare un modello anche per altre patologie croniche. Nella nostra regione, ad esempio, si sta promuovendo il passaggio dalla cura al prendersi cura del paziente (Libro bianco della Regione Lombardia sullo sviluppo del sistema sociosanitario lombardo, 2014) che prevede cioè l’accompagnamento della persona e la valutazione delle necessità del singolo cittadino e dell’ambiente familiare in cui vive e invecchia. Il fine è quello di favorire la gestione delle cure integrandosi nel territorio in prossimità al malato.
Da queste premesse è nato un anno fa il progetto di telemedicina per la gestione del diabete mellito di tipo 1, presso gli Ospedali di Legnano e di Niguarda. E’ stato promosso dalla Fondazione Italiana Diabete che, grazie anche a un finanziamento ottenuto da Fondazione Intesa Sanpaolo Onlus, ha creato un servizio di tele-consulenza e tele-educazione per bambini e giovani affetti da diabete mellito di tipo 1.
Come funziona?
Dopo una visita ambulatoriale iniziale, ai pazienti viene data la possibilità di accedere ad un sito web dove possono scaricare documenti educativi sulla alimentazione, sull’autogestione della terapia, sulla attività sportiva, sulle malattie. Sono tutti argomenti dedicati a chi soffre di diabete ed è in terapia insulinica: rappresentano la base di discussione con lo specialista. Inoltre i diabetici possono prenotare delle tele-consulenze diabetologiche, dietologiche o psicologiche che vengono eseguite via Skype. Il malato invia per via telematica allo specialista copia degli esami eseguiti o dei valori della glicemia che vengono discussi in tele-consulenza. Al termine riceve per posta elettronica una lettera dello specialista con le indicazioni cliniche. A scadenza annuale i dati clinici e il grado di soddisfazione del servizio verranno confrontati con un gruppo di pazienti di controllo seguiti per via ambulatoriale. Se appare necessaria una valutazione clinica diretta il paziente viene subito valutato ambulatorialmente e comunque una visita ambulatoriale all’anno (di base) viene per ora prevista in tutti i pazienti.
Il progetto è ora nato come studio clinico, approvato da parte del comitato etico. Alla scadenza del progetto si valuteranno le condizioni per poterlo rendere un servizio clinico aperto a tutti.
Ad oggi sono quasi 60 pazienti seguiti in telemedicina i cui dati verranno confrontati con altrettanti pazienti seguiti ambulatorialmente. Il 70% di loro abita nell’area a nord di Milano e nel capoluogo lombardo; il 30% vive in altre regioni e al di fuori dell’Italia.
La loro età è compresa dai 6 ai 45 anni. Tra questi ci sono alcuni giovani che per motivi di lavoro si trovano per un periodo di tempo all’estero (due vivono in Inghilterra, uno negli Stati Uniti); la telemedicina permette loro il mantenimento di una continuità delle cure.
Dai primi dati raccolti nei pazienti seguiti già da un anno in telemedicina si sottolinea un elevato grado di soddisfazione con un notevole risparmio di tempo (tra prenotazione visita, spostamenti, attesa in ambulatorio), di costi (permessi lavorativi, spostamenti) e quindi un miglioramento della qualità di vita, con un miglioramento del loro controllo glicemico. Un aspetto molto apprezzato è anche la possibilità di una prenotazione del servizio facilitata, diretta, flessibile. Se il miglioramento del controllo glicemico sia superiore a quello ottenuto nei pazienti seguiti per via ambulatoriale ancora è presto per dirlo: i risultati clinici saranno disponibili solo a completamento dello studio.
Il futuro?
Una ulteriore fase di sviluppo del progetto prevede un maggior coinvolgimento del medico di medicina generale, un servizio specifico per i pazienti affetti da diabete mellito di tipo 2, l’attivazione di un servizio di tele-monitoraggio.