TURBIGO – La storia della chiesa dei SS. martiri Cosma e Damiano non finisce mai di stupire. La sua presenza, nel ‘Turbigh in Giò’, è stata tale da far coagulare un’associazione – recentemente rivitalizzata da un gruppo di giovani – che, ogni anno, organizza una festa per raccogliere fondi con l’unico scopo di tramandare la bellezza di questa chiesa, voluta dal cardinal Flaminio Piatti, principe di Santa Romana Chiesa, eretta nella seconda metà del XVII secolo accanto ad una preesistente cappella di San Diamiano, della quale rimane ancora una parte del presbiterio (attuale sagrestia) lungo la contrada Fredda.
L’ultimo ‘tesoro’ è stato ritrovato nel Bollettino Parrocchiale (n. 12) di Lonate Pozzolo, datato dicembre 1951, stampato a futura memoria della venuta in Parrocchia del corpo del martire S. Fortunato (patrono del paese con Sant’Ambrogio) avvenuta il 27 settembre 1951. La pubblicazione si apre con una lettera del cardinale arcivescovo Ildefonso Schuster al parroco, don Antonio Tagliabue, di Lonate Pozzolo:
“Viene a voi, colle reliquie del suo corpo, S. Fortunato perché assuma la vostra protezione presso di Dio. Queste sacre ossa provengono direttamente dalla Parrocchiale di Turbigo; ma altra volta erano piamente conservate nella chiesa dei SS. Cosma e Damiano, officiata dagli Agostiniani Scalzi nel medesimo paese. Uno di loro, P. Girolamo Plato (Piatti, ndr) era fratello del cardinal Flaminio, il quale verso il 1518, per mezzo dei suoi fratelli Martino e Ludovico, fece rifabbricare l’antico tempio che venne poi arricchito, nel 1614, dei Corpi dei SS. Fortunato, Antonino, Felicita, Vittorino e d’un altro anonimo Martire, provenienti dalle catacombe di S, Priscilla in Roma.
Lo storico Bosca li ricorda tutti nel suo ‘Martyrologium Mediolanense’ ed assicura che gli Agostiniani Scalzi ne celebravano la festa, con rito doppio, nel giorno del rispettivo natale.
Dopo ta nte vicende, ora il corpo di S. Fortunio o Fortunato viene a santificare il suolo di Lonate Pozzolo. Nessun dubbio che i fedeli di cotesta Parrocchia sapranno far onore al novello concittadino che stabilisce presso di loro la sua residenza, facendo in modo che la loro vita non sia in contrasto con quella degli antichi Martiri Romani, i quali battezzati già dai successori dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, sacrificarono la presente vita per non perdere, con una condotta pagana, Dio e la vita eterna”.
Il cardinal Flaminio Piatti morì nel 1613. Non è difficile pensare che fu lui a convincere donna Ortensia di Santacroce, moglie di Francesco Borghese, fratello del Papa, Paolo V, il quale con regolare bolla del 9 gennaio 1614 (qualche mese dopo la morte del cardinale turbighese) concesse alla chiesa parrocchiale di S. Maria Assunta i corpi dei Santi Martiri Fortunato e Felicita insieme ad altri tre corpi di martiri che vennero così trasferiti a Turbigo dove, due anni dopo, e precisamente il 29 ottobre 1616, il Vicario Generale della Diocesi di Milano, Mons. Mario Antonino, fece l’ufficiale ricognizione.