Torbeth in latino (così è citato da Galvano Fiamma nel 1339 nel suo Opusculum de rebus gestis Azonis Vicecomitis;Turbigez in francese, Trabiga in tedesco nel documento di Rainaldo di Dassel (XII secolo) della pieve di Dairago che, allora, comprendeva anche Busto Arsizio.
XVI secolo: Quator ab colco stadiis, ubi Ticinum flumen violentum irrumpens…
A quattro stadi da quel luogo che, a causa dell’irrompere violento delle acque del Ticino, nella lingua dialettale è detto Asperòn, sulla riva del Naviglio dalla quale non dista più di due miglia la nota cittadina di Castano, si trova un borgo, il cui nome Turbigium, se non più esattamente Turbiscus, è così chiamato poiché da una sua zolla sorgono molti virgulti…
Bigo nell’ipotesi di Roberto Giordani (Rodan) – in parte pubblicato su Archeomedia – si dice che la parola è chiaramente formata da due parti: Tur+bigo che paiono di origine medievale. Nella prima si individua un esplicito riferimento alla Torre. Nella seconda noto l’attinenza con la parola ligure Bigo, pure medievale, riferita ad un sistema di carico navale, parola importante perché tipica ed esclusiva per un particolare tipo di gru navale.
Quando in età augustea fu scavato il canale romano (che poi nel medioevo si chiamò Panperduto) Turbigo venne a trovarsi in una posizione cruciale: a monte passava il nuovo canale romano (le cui tracce sono ancora evidenti oggidì) con direzione ovest-est, mentre a valle esisteva già un altro canale (romano-estrusco) detto Ticinello. E’ lo stesso che poi i milanesi medievali utilizzarono per farlo diventare il Naviglio Grande. Questo corso d’acqua proseguiva a sud anche oltre Abbiategrasso, passava per Morimondo (dove i frati lo chiamano Panperduto) e di dirigeva verso Bereguardo (in seguito trasformato e chiamato Naviglio di Bereguardo). Non è ipotizzabile ancora se questa via d’acqua artificiale arrivasse anche a Pavia e rappresentasse un’alternativa alla navigabilità del Ticino, ma è possibile dire che Abbiategrasso e Bereguardo avessero canali risalibili in barca in età romana e il Ticinello (che fu poi deviato a Binasco per realizzare il confine tra Milano e Pavia) in età etrusco-romana rappresentò un via d’acqua navigabile per by-passare il Ticino le cui rapide lo rendevano difficile da navigare.
Per tornare ora ila toponimo Bigo. Turbigo aveva quindi due canali – sopra in Panperduto e sotto il Ticinello – con una forte differenza di quota: per trasportare le merci tra i due canali occorreva appunto un Bigo, in cui il palo fisso verticale non poteva essere altro che una torre alla quale erano applicati più bracci obliqui. Ogni braccio era posto a differente quota, per passare l’imbragata dal primo al secondo braccio, restando in sospensione (senza posare a terra) operazione che si svolge ancora tuttora in marina.
La memoria di questa eccezionale attrezzatura, distrutta dalle invasioni barbariche, generò nel medioevo la parola Turbigum.
FOTO La pergamena del 1150 in cui compare il toponimo Turbigo. E’ la prima, nella storia, a documentare il toponimo