Con il Piano quadriennale regionale per le politiche di parità e di prevenzione e contrasto alla violenza contro le donne, approvato dal Consiglio regionale nei giorni scorsi, la Lombardia conferma il suo impegno contro ogni tipo di violenza e discriminazione contro le donne, dando il via a un modello che non fa delle Pari Opportunità solo una questione di rappresentanza, ma anche di politiche e misure concrete.
Si tratta di un provvedimento nato dalla società civile attraverso l’istituzione di un tavolo che ha riunito tutti i soggetti che operano sui territori per contrastare il fenomeno della violenza, in una logica di sussidiarietà verticale e orizzontale. Un metodo che ci ha permesso di predisporre un Piano che ha l’obiettivo di operare in maniera integrata e sinergica su più politiche e su molteplici aspetti, tra cui ci preme ricordare il tema del lavoro. Sono, infatti, ancora troppe le donne costrette, per l’assenza di misure mirate, a dover abbandonare il posto di lavoro dopo il primo anno di vita del bambino, nel 2014 oltre 5 mila in Lombardia, e la maternità continua a essere la causa principale di discriminazione sui luoghi di lavoro.
Abbiamo previsto numerose azioni che dovranno, a livello regionale, integrarsi in modo trasversale con tutti gli assessorati, perché la presa in carico complessiva della persona vittima di violenza non può e non deve concludersi nell’intervento d’urgenza.