“Usa e Cina, che si contendono la leadership dell’economia mondiale, hanno proprio nell’economia il più forte elemento di convergenza – la Cina detiene buona parte dell’enorme debito pubblico degli Stati Uniti e questi assorbono buona parte dell’export cinese – ma anche di contrasto. Supremazia economica vuol dire supremazia politica. E, considerato che entrambi i Paesi si ritengono Regno di Mezzo (“la nostra terra è al centro di tutto”) è oltremodo difficile immaginare come i rapporti sino-americani si evolveranno nel medio-lungo periodo. Per evitare contrasti geopolitici potenzialmente pericolosi per la stabilità mondiale sono indispensabili grandi mediazioni che solo la cultura abbinata alla politica più lungimirante possono attuare. L’Europa, e l’Italia in primis, eredi al pari della Cina di grandi culture, rimangono la chiave più importante per lo sviluppo di rapporti pacifici. Come insegnò, in tempi recenti, Vittorino Colombo, statista di grande visione”.
E’ la premessa dell’intervento di Achille Colombo Clerici, presidente di Europasia e presidente emerito dell’Istituto Italia Cina nonché di Assoedilizia al convegno organizzato dalla Fondazione Vittorino Colombo e dalla Comunità cinese di Milano intitolato all’uomo politico democristiano, più volte ministro, che contribuì a riaprire la Via della Seta tra la Repubblica Popolare e l’Occidente quando ancora non si era spenta l’eco della “rivoluzione culturale”. Al convegno – tenutosi in San Marco a Milano, nell’ Aula Magna della Fondazione Card. Giovanni Colombo – è stato presentato il libro, con traduzione in mandarino di don Giuseppe Zhang, “Pionieri italiani in Cina” di Gilberto Perego e Antonio Airò. Moderato da Antonio D’Anna, vaticanista di Italia Oggi, il convegno ha visto la partecipazione – oltre che di Colombo Clerici, presidente emerito dell’Istituto Italo Cinese – di Michelangelo Brenna (Fondazione V. Colombo), Max Ferrari (presidente Associazione Lombardia Cina), Giuseppina Marchionne, sinologa e docente dell’Università Cattolica di Milano, Gilberto Perego (coautore del libro), on. Michele Saponara (già presidente dell’Istituto Italo Cinese), prof. Li (preside di una scuola per bambini cinesi di Milano), Marcello Menni ( Direttore della Fondazione Vittorino Colombo).
Due messaggi significativi sono stati letti ai lavori: del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del sindaco di Milano Giuliano Pisapia. Ricordando il “gemellaggio fra Milano e Shanghai, di cui andiamo fieri, e che tanto ci ha portato bene, nella staffetta fra le due grandi Expo” Pisapia ha indicato i punti di forza dell’operare di Colombo: amicizia e cultura. Pur non nascondendo le diversità profonde ideologiche, culturali e sociali fra Italia e Cina ha introdotto due elementi che sarebbe bene diventassero un patrimonio comune a tutti anche oggi, nelle nostre relazioni nazionali, come in quelle internazionali. L’amicizia è il primo di essi: considerare il proprio interlocutore un valore prezioso, con cui vale sempre la pena di dialogare, e con cui si può sempre trovare un campo non solo di accordo, ma di vicinanza umana; il secondo è la cultura, il grande antidoto al grande peccato di questo scorcio di XXI secolo: l’avidità e il prevalere su ogni valore della finanza predatrice, del capitalismo d’assalto, delle scorrerie dei grandissimi ricchi che decidono la vita e la morte di popoli e di nazioni”.
Concetti sui quali è ritornato Colombo Clerici: “Più di vent’anni fa ho raccolto l’invito di Vittorino Colombo, antico e mai dimenticato amico, che sono fiero di ricordare nel suo impegno sulla questione cinese.
“Mentre gli americani e l’occidente in genere intendono prioritari i diritti dell’individuo (Leopardi diceva ‘non riesco ad immaginare masse felici formate da individui singoli infelici’) i cinesi privilegiano gli interessi della comunità. Individualismo contro comunitarismo.
“Oggi, l’obiettivo di Pechino, sotto la guida di Xi Jinping, è di ritagliarsi un “posto al sole” nelle dinamiche internazionali per tutelare i propri interessi; il che, per inevitabile riflesso, non può che scuotere i fragili equilibri dell’attuale sistema. Principalmente nei rapporti con gli Usa.
“Il recente incontro Obama-Xi ha messo in luce modi profondamente differenti di vedere il mondo, conseguenza di due diverse civiltà: 5000 anni quella cinese, 250 anni quella americana. I cinesi muovono dal contesto al particolare, in altre parole dall’universale all’individuale, mentre per gli occidentali e’ esattamente il contrario. I cinesi, come gli europei, pensano in termini ciclici, a periodi fiorenti cui seguono periodi di decadenza; gli americani si muovono in una sola direzione, verso un più grande potere e una sempre maggiore prosperità.
“Vittorino Colombo era l’etica nella politica. Cioe’ l’impegno morale; ma non solo. Era l’attenzione ai problemi sociali, ai problemi del lavoro; era l’attenzione al mondo giovanile. Rappresentava la grande apertura mentale. Aveva capito prima di tutti che la Cina, ancora quando nella geopolitica essa era una enclave, rappresentava tuttavia la civilta’ del futuro con la quale si doveva dialogare.
“Nel 1971 quando Vittorino,quel 17 marzo, fondo’ l’Istituto, l’Italia non aveva rapporti ufficiali in atto con la Cina. Sento dire oggi da molti amici della vecchia guardia: gia’, ma io a quel tempo c’ero gia’ stato in Cina, avevo avuto rapporti economici, facevo affari. L’ Italia, nello spirito di intrapresa che l’ha sempre contraddistinta, aveva si’ rapporti con la Cina. Tuttavia questi rapporti erano rimasti circoscritti e limitati ad esperienze individuali ed a posizioni personali: erano gli affari dei maiali e dei trattori.
“Dal 1971 si comincia a lavorare per costruire un canale di ufficialita’, che oggi da’ frutti.
“Agli amici cinesi io credo dobbiamo confermare, con il nostro operato, che l’Italia puo’ diventare sempre piu’ un interlocutore, un partner privilegiato in campo culturale, sociale ed economico, con il mondo cinese, ed un ponte naturale tra la Cina da un lato e non solo la vecchia Europa, ma il mondo occidentale tutto. Questo credo sia il compito ideale che ci dobbiamo prospettare.
“Lavoreremo, ricordando e rispettando il pensiero e l’insegnamento morale di Vittorino, che possiamo sintetizzare nei principi dell’onestà degli intenti, nella ricerca del bene comune, nella fermezza d’animo, Rispettando il suo insegnamento sociale, culturale e politico, per raggiungere, se possibile, altri risultati su questa via”.
Benito Sicchiero
FOTO Achille Colombo Clerici con Michele Saponara e Alberto de Luca