Si alzava alla mattina (non iniziava a correre) e il suo primo pensiero era di avvisare l’intera popolazione, attraverso i social di tutti gli spostamenti che avrebbe fatto durante il giorno, in modo, secondo lui, di essere il più possibile trasparente verso chi gli aveva dato il voto.
Lo stesso Sindaco, in avvenimenti ufficiali che portavano lustro al suo paesino, era il primo a scegliere l’abbigliamento giusto a tema, in base all’evento, in modo da apparire un tutt’uno con l’avvenimento, dispensando strette di mano e lunghi sorrisi, meglio se c’erano più fotografi presenti, un ottimo esempio di “trasparenza” e “comunicazione”.
Peccato che lo stesso Sindaco, forse prevenendo e mettendo nell’angolo qualcuno che non ha il suo pensiero, metteva un divieto preciso (con un serio regolamento comunale) che non si poteva filmare o fotografare, quello che deve essere il più pubblico possibile, il consiglio comunale.
Caro Sindaco, devo essere sincero, in fondo in fondo, non capisco il perché, ma lei mi piace, ma purtroppo, non perché mi ha espulso dal “suo” consiglio comunale, ma perché così facendo, lei che si ritiene cosi liberale e giusta, sempre secondo il mio umile pensiero, lei ha offeso la COSTITUZIONE ITALIANA, anteponendogli il suo “regolamentino” comunale.
Sarà mia premura non partecipare più ai suoi consigli comunali, se non posso fare quello che è il mio lavoro che ci vengo a fare, così facendo, a parte la mia amica giornalista che le è solidale, ha eliminato in maniera dittatoriale, una testata giornalistica (anche se piccola) dalla sua giunta, in modo che lei, senza possibili contrasti, possa tranquillamente lanciare i suoi post su Facebook, riflettendoci un po’, se io fossi lei, in maniera ufficiale, farei una lettera di ringraziamento a Mark Elliot Zuckerberg che le ha dato gratuitamente questa possibilità, la vedo in questa veste, magari Mark chissà viene a inaugurarle un aula d’informatica, io sono curioso, quale abbigliamento sceglierà?
Devo rimettere l’Art. 21 della Costituzione, mi dicono che sto scrivendo a un Avvocato, quindi di sicuro capirà ciò che c’è scritto al suo interno:
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria [cfr. art.111 c.1] nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l’indicazione dei responsabili.
In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell’autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all’autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s’intende revocato e privo d’ogni effetto.
La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica.
Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni.