Il processo ex Novaceta entra nel vivo. Ieri al tribunale di Milano il programma prevedeva l’interrogatorio, in qualità di testimoni, dei due curatori fallimentari e della Guardia di Finanza di Magenta che ha condotto le indagini. Un’udienza tecnica, che è entrata nel dettaglio di una vicenda che vede sul banco degli imputati 32 persone, tra amministratori e proprietà dello storico stabilimento magentino di viale Piemonte, accusati di bancarotta fraudolenta. Erano presenti anche una decina di appartenenti al Movimento Popolare Dignità e Lavoro grazie al quale è cominciato il procedimento penale arrivato in fase dibattimentale. Furono proprio loro, infatti, a denunciare il malaffare nel lontano 2009.
“Continueremo a seguire ogni momento delle varie udienze contando sulla giustizia”, dicono. La prossima udienza è alle porte ed è stata fissata per il 22 di questo mese. Se il Movimento, rappresentato dall’avvocato Antonella Giola, si è costituito parte civile in quanto portatore di un danno, non è così per altri soggetti che erano coinvolti nella vicenda. Non soltanto il comune di Magenta, ma anche gli stessi sindacati che hanno seguito le varie fasi della capitolazione della ex Novaceta. Cgil, Cis, Uil e Cub si sono defilati rinunciando alla costituzione di parte civile. “Ai sindacati è stato detto in anticipo che lo stabilimento non era in crisi – ha detto Mario de Luca del Movimento – Il loro comportamento ha contribuito alla chiusura e adesso hanno abbandonato la lotta. Una lotta nella quale crediamo e che continueremo fino alla fine. Lo stesso comportamento del comune di Magenta, la presunta sinistra che governa la città, è semplicemente scandaloso”.
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