TURBIGO – Ci sono segnali positivi provenienti dall’imprenditoria locale. Nell’ultimo Consiglio Comunale è stata approvata una variante al Pgt che dà la possibilità alla Mewa di ampliare il proprio stabilimento in una parte del mega-parcheggio che contorna la lavanderia industriale a sud. Tale cambio di destinazione d’uso farà incassare al Comune la bella somma di 800mila euro che, sommati ai 5,2 milioni dell’Ici Enel, metterà a disposizione della prossima amministrazione comunale (che si insedierà nel prossimo maggio) una bella sommetta.
Ne abbiamo parlato con l’assessore Marzia Artusi, in occasione dello scambio degli auguri natalizi, la quale ci ha segnalato un’altra azienda – della quale si parla poco – la quale si trova anch’essa in una fase di espansione. Si tratta della conceria Stefania che ha occupato, a pieno titolo, i fabbricati dell’ex maglificio Irge in Via Dante, li ha rimessi a nuovo e ha anche occupato altri capannoni adiacenti a Nord.
L’intendimento sembrerebbe essere quello di trasferire alcune attività – che ora vengono svolte nello stabilimento posto all’entrata di Castano – a Turbigo, uno dei pochi paesi che può vantare una fognatura industriale efficiente (a Robecchetto la stanno realizzando adesso gli industriali, mentre la rete fognaria ‘industriale’ turbighese, separata da quella ‘civile’, fu realizzata trent’anni fa con fondi Enel).
Se sono fiori, fioriranno, anche perché oggi l’Italia ha bisogno di industriali che possono dar lavoro alla marea di giovani disoccupati (a Turbigo sono decine i giovani che sono andati a cercare lavoro all’estero). Anche l’idea di un Istituto Tecnico per il Settore Conciario, pensato trent’anni fa – fu localizzato nella nuova ala della scuola elementare – e non andato in porto per la strenua opposizione di alcuni ‘intellettuali’, fu un grosso errore perché avrebbe potuto aiutare a conservare quel distretto conciario turbighese andato perduto.