Chi era don Lino Beretta? Era nato a Senago l’11 gennaio 1916. Ragazzo è ammesso al Seminario di San Pietro Martire di Seveso ricevendo, nell’ottobre 1931, la veste talare. Consacrato sacerdote dal cardinal Schuster il 29 maggio 1943, venne inviato a Somma Lombardo come coadiutore dove rimase finché il cardinal Montini lo chiamò alla dignità di parroco di Turbigo.
Recentemente siamo stati contattati da una persona, nativa di Somma Lombardo, il quale ci ha chiesto una foto e degli scritti su quello che fu parroco di Turbigo dal 1960 al 1986. Voleva preservarne la memoria in una pubblicazione, dare un volto al prete che lo aveva educato amorevolmente nella sua adolescenza all’oratorio di Somma. Questo fatto ci ha dato motivo di riflessione sulle ‘qualità’ del sacerdote per cui abbiamo cercato di ricostruirne la figura e l’opera del parroco a cui il Comune ha dedicato un ‘largo’, una derivazione della Via XXV aprile.
Chi scrive – allora dirigeva la rivista mensile ‘Ticino mese’ – era stato vicino negli ultimi mesi della sua vita (ma anche prima, da quando fu autorizzato a consultare l’Archivio parrocchiale, che è privato, per scrivere qualche articoletto sulla pagina turbighese de ‘Il Segno’) con lo scopo di farsi raccontare la storia turbighese degli ultimi decenni.
Scrivevamo, sul numero 1 del mensile citato (giugno 1985), in occasione dei festeggiamenti dei ’25 ANNI A TURBIGO DI DON LINO BERETTA’:
”Il nostro parroco sembra essersi posto in splendido isolamento, ma la sua presenza l’abbiamo ritrovata puntuale durante la visione di una serie di diapositive scattate da Aimo Bonza in occasione del suo ingresso trionfale il 1° maggio 1960. In quelle serate si è scavato nella cronaca recente, prendendo atto della trasformazione avvenuta nei 25 anni in cui don Lino Beretta ha ispirato la vita del paese. Un quarto di secolo che ha visto il parroco sempre protagonista nella vita sociale e religiosa del paese, promotore di iniziative tese a sopperire alle carenze strutturali della nostra comunità.
Turbigo era allora chiamato LA VALLE DEI MILIONI ma non c’era la Scuola Media, non c’era un ritrovo per i giovani, l’asilo infantile era insufficiente, la chiesa sussidiaria malandata. Con intraprendenza e buona volontà il nuovo parroco si ‘mise a costruire’ così da sembrare un imprenditore, ma il suo attivismo tendeva a dare alla sua ‘cura d’anime’ un carattere moderno, teso a creare condizioni sociali dignitose per una sana vita religiosa.
LE REALIZZAZIONI. In primis, mise i presupposti per la rinascita dell’Unione Sportiva Turbighese (UST) affidandone la guida a Ermenegildo Poli. Dall’isolamento della parrocchia – che vedeva il paese da lontano secondo il don – nacque l’idea della CASA DEL GIOVANE da costruirsi sull’area di un vecchio oratorio in disuso in Via Fredda, di proprietà parrocchiale. Poi, vista la capacità imprenditoriale del Parroco, il gruppo dirigente dell’Asilo Infantile lo nomina presidente e gli affida la ristrutturazione dell’edificio che porterà alla costruzione di una nuova struttura.
Era il periodo del ‘miracolo economico’ e, seppur a fatica la generosità dei turbighesi, già messa a dura prova dalla costruzione della ‘Casa del Giovane’ (ogni famiglia dava mensilmente un contributo alla parrocchia), il paese non fece mancare il suo sostegno e – per precisa volontà del parroco – i costi vennero sostenuti per la maggior parte dagli industriali-possidenti turbighesi.
Questo fu don Lino Beretta e bene ha fatto l’Amministrazione comunale a ricordarlo con la denominazione di una via.
FOTO: Don Lino Beretta, attorniato dal Gruppo San Vincenzo Ferreri, durante la tradizionale processione sul carro progettato e costruito da Ermanno Solivardi