Della nobile schiatta dei De Cristoforis milanesi, di cui fanno parte anche quelli turbighesi, Carlo (1824-1859) figlio di Giambattista, prese parte ai moti del 1848 (Cinque Giornate di Milano) e fu sempre assiduo nel cospirare contro gli austriaci per amore di patria.
I suoi amici erano Ludovico Trotti, i fratelli Mancini, Emilio Dandolo, Luciano Manara, Emilio Visconti Venosta, Carlo Tenca, Giulio Carcano, Antonio Lazzati, Tullio Masserini, Con questi e altri frequentava il salotto della contessa Maffei. Nel 1853, imputato di alto tradimento, si rifugiò in Francia, poi a Londra, dove, “sentito il richiamo alla guerra dell’italica indipendenza”, ritornò in Lombardia, pronto a prendere in amno le armi nel nome del Tricolore.
Capitano dei Cacciatori delle Alpi varcò il Ticino a Sesto Calende (il passaggio sul fiume fu immortalato di Eleuterio Pagliano: seduto sopra un fianco con le gambe fuori…) alla testa di 120 uomini respinse – nel mattino del 25 maggio 1859 – trecento fanti e centocinquanta cavalleggeri austriaci con due pezzi d’artiglieria sulla strada che da Sesto Calende porta a Somma Lombardo. Aiutò in questo modo l’avanzata di Garibaldi al quale si ricongiunse a Varese, scompaginando così la strategia degli austriaci. Il 27 maggio fu scelto per attaccare di fronte il corpo militare guidato dal maresciallo austriaco, Carlo Urban, e una palla lo colpì a morte.
E’ necessario ricordare che Urban era stato incaricato di tamponare l’entrata delle truppe franco-piemontesi lungo il Ticino e, il ritardo con cui si mosse da Varese verso il Castanese (quando ebbe notizia del passaggio), fu alla base della sconfitta di Magenta del 4 giugno 1859. Infattti, se Urban fosse arrivato in tempo a bloccare il passaggio delle truppe franco-piemontesi a Turbigo, Mac Mahon che le guidava non avrebbe avuto la possibilità di arrivare in tempo a Magenta e la famosa ‘tenaglia’ che stroncò la resistenza austriaca non sarebbe stata possibile. Un ritardo, quindi, quello del maresciallo Urban, al quale contribuì anche lo scontro con gli uomini del capitano Carlo de Cristoforis ricordato da questa stele a Sesto Calende (foto Luisa Vignati), nella piazza a lui dedicata.