Se, grazie a Facebook, tutti siamo giornalisti allora possiamo messere tutti medici, tutti avvocati, tutti ingegneri. E, in effetti, lo siamo. Con risultati, per certi versi disastrosi. Non che essere giornalista, avere un tesserino in tasca, mille lauree e scrivere per chissà quali giornali, equivalga a garanzia di correttezza. Ma almeno uno sa che se spara fregnacce a casaccio va incontro a guai seri. Come quelle che, per l’ennesima volta, siamo stati costretti a leggere su un gruppo facebook. Nella fattispecie il ‘Sei di Sedriano se…’ dove un manipolo di ben pensanti riferiva notizie a raffica su un incidente stradale appena avvenuto in via Fagnani corredate con tanto di fotografie. Da un presunto e sinistro telo bianco che copriva un corpo, alle (per fortuna, almeno quelle) rassicurazioni di chi garantiva che non c’era nessun telo bianco. A chi chiedeva lumi sull’identità del malcapitato, a chi quell’identità la forniva almeno parzialmente. Insomma, chiacchere da osteria sbattute al pubblico ludibrio grazie a facebook. Ci viene soltanto da dire: ma stiamo scherzando? Ma se ci fosse un vostro parente ad essere coinvolto in un incidente stradale come vi sentireste a sentire starnazzare decine di personaggi che parlano a vanvera senza una minima conoscenza dei fatti? Scrivere che è avvenuto un incidente stradale vuol dire riferire una notizia. Un fatto che deve essere verificato! Per verificarlo esistono diversi modi. Andare sul posto e rendersi conto di quello che è accaduto e chiedere informazioni alle autorità competenti intervenute per appurarne la dinamica. Chi ha trattato sul gruppo facebook di quel sinistro ha svolto tale compito? Ci pare proprio di no. La stessa cosa era avvenuta non molto tempo fa quando su uno dei tanti gruppi si annunciava il decesso (in realtà non avvenuto) di una persona a Magenta o la morte di uno sfortunato ragazzo che si stava facendo fare un tatuaggio a Corbetta. Notizie false. Sbattute su un giornale, perché facebook lo paragoniamo ad un giornale. Senza la minima verifica.