Uno dei GRANDI amici e compagni di lotta politica di Stefano Candiani è Simone Gelli, rimasto visibilmente sconcertato dall’improvvisa scomparsa dell’amico ha postato su Facebook questo messaggio: “Caro Stefano, ho atteso fino all’ultimo istante prima di scriverti. Ho pensato, sperato e creduto che come un leone, tu potessi vincere anche questa strenua battaglia: quella di ritornare da noi. Te ne sei andato in un freddo giorno di Gennaio. In uno di quei giorni in cui tu amavi andare a pescare. Mi ricordo quando mi raccontavi delle tue imprese. Io ricordo che erano giorni così! Sei stato per me un grande amico, un grande compagno di mille avventure, un leale sostenitore in tante battaglie. Il vuoto che lasci è immenso. Immenso come quel fiume di cui non ricordo il nome ma di cui tanto mi hai parlato. Le sue acque avevano un colore intenso, intenso come il tuo essere. Mi mancheranno i tuoi consigli, le tue telefonate, le nostre chiacchierate e tutte le cose che abbiamo fatto insieme da almeno dieci anni a questa parte. Ma il mio non è un addio. Il mio è un Arrivederci. Un Arrivederci a presto. So’ che rimarrai sempre in mezzo a noi. Aspetto dunque, ancora, una tua telefonata. Un grande abbraccio.. Simone“
Magenta, Simone Gelli su Facebook saluta Stefano Candiani. l’amico scomparso tragicamente
Francesco Maria Bienati
Chi è Francesco Maria Bienati, innanzitutto… uno che fino qui ha vissuto e, a suo modo, vuole continuare a vivere. Come ha fatto finora, seguendo quello che la vita gli offre tentando di carpirne l’attimo. Lo stesso attimo che l'ha portato a intraprendere la strada del giornalismo: nel 1993, seduto su un muretto nei pressi dell’ospedale di Mostar, con la colonna sonora dei colpi di mitragliatrice, accorgendosi che c’era bisogno d’informare per sensibilizzare il mondo che c’era una parte di mondo che soffriva. Cosi, da appassionato fotoamatore diventa Giornalista (mi piace definirmi Fotoreporter). La mia sensibilità mi porta a proseguire l’esperienza bosniaca in altri paesi in guerra: Albania, Israele, Sudan. Altri reportage li realizzo in Togo, Egitto, Tunisia, Benin. In questi anni collaboro alla fondazione di due Onlus, l’Associazione Un Sorriso per il Sudan e Il Coordinamento Pro Missioni di Magenta. Dopodiché mi butto nell'imprenditoria, fondo una ditta di Autotrasporti internazionali che mi permette di girare per la vecchia e nuova Europa. Continuando a documentare in maniera personale le cose e le storie che vedo. Sono cofondatore dell’Associazione Amici di Mons. Macram, Vescovo Sudanese operante nella sua terra. Oggi continuo a seguire l’attimo: ho deciso di tornare a fare il giornalista, nel tentativo di dare voce a chi non ne ha.