E’ un mondo ancora per certi versi oscuro quello che riguarda la violenza sulle donne. Un mondo dove c’è ancora tanto da scoprire e da capire perché il sommerso è notevole ed emerge solo una minima parte di quella che è la realtà. Il territorio del magentino non fa certo eccezione, anche se le cose sono migliorate negli ultimi anni. Dal 2013 un servizio fondamentale per perfezionare le cose è stato istituito con il codice rosa. Di cosa si tratta? E’ il primo contatto che la donna trova al suo ingresso al pronto soccorso dove, accanto all’infermiera di triage, la presenza di una psicologa consente di capire il disagio. E non è una cosa da poco. Tanto per fare un esempio. Poco tempo fa al pronto soccorso dell’ospedale di Cuggiono si è presentata una donna. Ha chiesto aiuto al personale medico e infermieristico dicendo di essere stata malmenata dal convivente. Nella stragrande maggioranza delle situazioni le cose non vanno così.
La donna che si presenta al pronto soccorso ben difficilmente ammette di essere stata picchiata dal marito, dal convivente, dall’ex coniuge o da un amico. “Sono caduta dalle scale e penso di essermi rotta una gamba”, ecco l’esempio di una menzogna che vuole nascondere l’aggressione perpetrata dall’uomo. Sta all’infermiera di triage, che rappresenta il primo contatto, captare la situazione di disagio della donna che si trova di fronte. Ed è un passaggio importante perché, successivamente, una psicologa saprà aiutare la vittima di violenza e indirizzarla verso un certo percorso. Tutto questo consente di poter garantire un aggancio con i servizi offerti sul territorio.
Nel 2015 sono stati 58 i casi di violenza accertati al pronto soccorso di Magenta e 82 in quello di Legnano. Numeri in aumenti rispetto all’anno precedente. Il servizio codice rosa ha raccolto tutti i dati relativi allo scorso anno ed è emerso che, le vittime sono, in maggioranza donne della fascia di età tra i 28 e i 37 anni (34%), ma anche la fascia di età appena superiore (fino ai 47 anni rappresenta una discreta percentuale con il 30%. L’11% riguarda donne di età superiore ai 18 anni e fino ai 27, mentre purtroppo c’è anche un 6% di casi registrati al pronto soccorso di Magenta che vede come vittime ragazze minori di età. L’aspetto relativo alla nazionalità merita un capitolo a parte. Se è vero che, nella stragrande maggioranza di casi le donne che si presentano al pronto soccorso sono di nazionalità italiana, è altrettanto vero che le straniere hanno ancora maggiori titubanze nel chiedere aiuto e trovano nel loro compagno l’unico punto di riferimento per sopravvivere in un paese straniero.
In cosa consiste il maltrattamento? Nella quasi totalità dei casi registrati dal codice rosa al pronto soccorso magentino, è di tipo fisico. In minima parte le violenze sono di tipo psicologico e sessuale. L’indagine porta, inoltre, a confermare che il maltrattante è il coniuge o ex coniuge o il convivente. Infine la prognosi media assegnata alle donne che si sono presentate al Fornaroli è di sei giorni, andando da un minimo di zero ad un massimo di 20 giorni. Tutto questo porta a confermare che il fenomeno della violenza sulle donne si sviluppa soprattutto nell’ambito dei rapporti familiari e coinvolge le donne senza alcuna distinzione tra di loro, dal punto di vista sociale o culturale.