Così, con lo stupore di tanti, la 66 esima edizione del festival della canzone italiana si conclude con la vittoria degli Stadio con il loro brano “Un giorno mi dirai”.
Eppure fino a 3 giorni prima per radio spiccavano i nomi della cantante Noemi, del rapper campano Rocco Hunt e quello di Lorenzo Fragola.
Si era quasi certi (almeno io lo ero), che dopo la campagna Rainbow lanciata da Noemi a favore delle unioni civili, quest’ultima si fosse conquistata la simpatia dei miei connazionali!
Poi c’era lui, Rocco, che con un linguaggio “a portata di mano” è entrato nel cuore (e nelle orecchie) dei più giovani!
Un Sanremo senza ombra di dubbio innovativo in questo senso: morti nel Mediterraneo, migrazioni e unioni civili sono stati i temi che hanno fatto da sfondo in questi giorni sanremesi!
Eppure , in un contesto come questo, vince un brano la cui storia racconta di un padre intento a consolare la figlia durante la prima delusione in seguito ad una rottura sentimentale con un ragazzo.
Lo stesso brano ha vinto il premio come miglior musica.
Come dar torto ai miei colleghi che l’hanno sentenziata?
Sin dalle prime battute le note orchestrali penetrano i cuori degli italiani e la dolce armonia accompagna le commoventi parole del testo.
Allora mi chiedo anch’io se Sanremo è lo specchio dell’Italia, o l’Italia lo specchio di Sanremo.
Mi fermo, ci penso, riascolto il brano e mi dico che, forse, Sanremo è lo specchio dell’Italia, e noi (ammettiamolo, dai!), siamo e resteremo sempre un popolo di romantici tradizionalisti!
docente presso Istituto Comprensivo G. Rodari, Vicepresidente presso Associazione culturale musicale “Il rigo musicale” e docente presso Accademia Musicale