I Neurologi dell’Ospedale di Legnano incontrano i Medici di Medicina Generale sabato 20 febbraio 2016, in un corso formativo che si terrà alla RSA “Angelo e Angelina Pozzoli”, a Legnano
Il Dipartimento di Neuroscienze dell’ASST Ovest Milanese, diretto dalla dottoressa Patrizia Perrone, annovera al suo interno il Centro Cefalee, riconosciuto dalla SISC (Società Italiana Cefalee).
Attualmente ha in carico circa 500 pazienti. Il responsabile è il dottor Andrea Giorgetti, consigliere della SISC Sezione Regionale Lombardia.
Sabato 20 febbraio, dalle 8.30 alle 14.30, il Primario Perrone e il Dottor Giorgetti terranno una lezione frontale con audiovisivi ai Medici di Medicina Generale.
Sono attesi oltre 30 partecipanti nella sala convegni della RSA “Angelo e Angelina Pozzoli”, di via Resegone 60, a Legnano.
L’iniziativa è promossa da AML (Associazione Medici Legnano) e vedrà nel ruolo di docente anche il dottor Ruggero Sormani.
L’obiettivo del corso è la trasmissione di conoscenze scientifiche maturate dai clinici legnanesi attraverso l’attività ventennale del Centro Cefalee ai curanti del territorio, nonché l’individuazione di una nuova strategia terapeutica per combattere l’emicrania cronica.
Qui sotto riportiamo un contributo scientifico del dottor Giorgetti.
“L’emicrania è una condizione molto diffusa che interessa circa il 15-18% della popolazione generale, colpisce soprattutto in età giovanile-adulta ed è prevalente nel sesso femminile, con un rapporto femmine/maschi di 3-4 ad 1. Si manifesta con attacchi ripetuti di dolore cefalico, anche di forte intensità, di durata variabile da 4 a 72 ore. Caratteristiche tipiche dell’attacco emicranico sono: dolore unilaterale pulsante di moderata e severa intensità, aggravato da attività fisica e associato a sintomi come nausea, vomito, foto e fonofobia. Il disturbo è invalidante e durante gli attacchi il paziente ha difficoltà nello svolgimento delle attività lavorative e domestiche e spesso necessita di riposo a letto e isolamento, con conseguente perdita di produttività e socialità.
La Regione Lombardia ha riconosciuto la condizione invalidante di questa patologia, secondo quanto deliberato dal gennaio 2007. Nella recente classificazione redatta dall’OMS sulle patologie causa di disabilità, l’emicrania occupa il settimo posto.
Quando la frequenza degli episodi aumenta fino a 15 o più giorni al mese per più di tre mesi, l’emicrania è definita cronica (in accordo alla terza edizione della classificazione internazionale dei disordini emicranici).
Tale forma cronica, che colpisce circa il 3% della popolazione, è di più difficile trattamento e diviene refrattaria alla terapia farmacologica, sia sintomatica che di profilassi. L’emicrania cronica refrattaria è una forma particolarmente invalidante, interferendo in modo severo con tutti gli ambiti di attività della vita di ogni giorno dal lavoro, alla famiglia, all’attività sociale e di svago.
Infatti i pazienti colpiti da tale forma vivono in uno stato di allarme e paura per la possibilità di essere sorpresi dall’attacco. Purtroppo la refrattarietà alle terapie attualmente disponibili ha accentuato ancor di più la sfiducia del paziente colpito da tale forma, che spesso ricorre a metodi di dubbia validità scientifica, talora affidandosi a figure non specializzate.
Negli ultimi anni, la ricerca farmaceutica ha messo a disposizione una nuova risorsa terapeutica per questi pazienti: la tossina botulinica di tipo A.
La tossina botulinica, iniettata in diversi siti del capo e del collo, in sedute ripetute con intervallo di tre mesi, è in grado di ridurre in modo consistente e significativamente superiore rispetto al placebo gli attacchi e i giorni di cefalea, migliorando anche (e in misura rilevante), gli indicatori della qualità di vita.
Il farmaco non agirebbe nelle emicranie episodiche e nelle cefalee muscolo tensive. Un’appropriata tecnica infiltrativa, un medico esperto appositamente formato, e una appropriata selezione dei pazienti sono essenziali per ottenere risultati efficaci. E’ una terapia sicura: nel corso di tutto il periodo dello studio, della durata di 56 settimane, la percentuale totale degli eventi avversi diminuiva progressivamente nel corso dei successivi trattamenti con tossina botulinica di tipo A. Sulla base di tali evidenze anche l’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) ha approvato l’impiego della tossina botulinica per l’indicazione dell’emicrania cronica in pazienti che non possono tollerare o non rispondono all’assunzione di farmaci orali preventivi antiemicranici.
Nell’Unità Operativa di Neurologia dell’Ospedale di Legnano diretta dalla Dottoressa Patrizia Perrone, da oltre 20 anni è attivo un Centro Cefalee per la diagnosi e la terapia, presso il quale (dall’inizio del 2014) viene somministrata la tossina botulinica secondo i protocolli più corretti)”.