Ognuno ha le sue passioni: lo sport (il Milan!), le belle donne... Chi scrive ha la passione del paese, secondo quanto scritto da Cesare Pavese ne ‘La luna e i falo’: “Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti”.
Una ‘malattia’, quella della storia locale, presa in età giovanile che mi ha motivato a raccogliere tutto quello che aveva un ‘sapore’ turbighese: una molteplicità di notizie (ma anche cartoline d’epoca, fotografie, memorie, documenti…) che ho cercato di far conoscere nelle tante pubblicazioni, tra cui ‘Contrade Nostre’, ‘Ticinomese’ e ‘Città Oggi’.
Tra i tanti libri ‘progettati’ e non pubblicati per mancanza di sponsor, c’era ‘La storia delle Vie turbighesi‘ (in appendice, le strade e contrade dell’800, la denominazione degli edifici pubblici, i nomi delle acque nel territorio turbighese, le osterie di un tempo, le cascine…) che pubblicherò a puntate in questo spazio di facebook (contemporaneamente su ‘www.corrierealtomilanese.com‘), notizie che saranno raccolte da qualcun altro (perché ognuno parte dl punto in cui sono arrivati altri), visto che ormai il ‘world wide web’ è la memoria del mondo. Mentre la mia – a rischio Alzheimer – non so quanto reggerà ancora, per cui, in linea con la mia visione utilitaristica della vita (non si butta via mai niente!), così come si portano i vestiti vecchi alla Caritas di Malvaglio, metto a disposizione di tutti le mie ricerche svolte – a tempo perso – in mezzo secolo, non assicurando di arrivare alla ‘Via Volta’, ultima della serie che inizia oggi 6 marzo 2016.
1 – ADUA (Collega Via Cotonificio con Via Libertà)
La Via privata Grassi (oggi Adua) fu aperta negli anni 1894-95 su un terreno di proprietà, appunto, del commendatore Paolo Grassi. In seguito, la Via divenne a uso pubblico, perciò nel 1932, la Commissione Comunale di Toponomastica, ne cambiò la denominazione in quanto, come scrisse il podestà Carnevali in una lettera del 19 agosto 1935 alla Regia Prefettura di Milano, “perché tal nome Grassi appartiene ad un fallito e pertanto la Commissione non reputò più oltre decoroso mantenerlo in vista al pubblico”.
Il Grassi (1) era stato il primo ad impiantare una conceria a Turbigo, nell’area del Castello (di cui era divenuto proprietario), per la produzione di pelli per guanti e fece le veci del Sindaco durante gli anni della Grande Guerra. Un notabile del paese, l’unico a possedere un’auto negli anni di guerra. Poi la fortuna girò e passò dalle stelle alle stalle. Dopo aver venduto alcune proprietà (tra cui il terreno per l’ampliamento del cimitero al Comune), negli anni venti del Novecento la conceria fallì (curatore fallimentare l’avvocato Camillo Bianchi di Legnano), lasciandolo sul lastrico. Le figlie cercarono di risollevare le sorti della famiglia, ma non ci riuscirono.
Nel 1932, la denominazione proposta dal podestà Carnevali – in sostituzione di quella di ‘Paolo Grassi’ – fu quella di ‘Arnaldo Mussolini’ (2), fratello del Duce, ma la proposta non passò al vaglio della Società Storica Lombarda, il quanto il personaggio non risultava defunto da dieci anni, come voleva la legge. Allora, con delibera n. 72 del 14 dicembre 1935, la denominazione fu mutata in ‘Adua’, in consonanza con un momento glorioso della campagna d’Etiopia che, proprio ad ‘Adua’, in quei mesi le truppe italiane avevano rivendicato la vittoria in un luogo che era stato tragico per gli italiani il 1° marzo 1896.
E’ una delle poche vie che, denominate durante il Ventennio fascista, mantenne tale denominazione anche dopo il 25 aprile 1945.
NOTE
1- GRASSI Paolo fu Luigi e Giuditta Bonomi, nato il 30 gennaio 1879 ad Inveruno, possidente, fu eletto in Consiglio Comunale il 23 luglio 1899. Fu assessore anziano durante la 1° guerra mondiale e fino al 1919. Le sue figlie Virginia e Rita – come risulta dai mastrini del Sutermeister inediti – il 5 maggio 1954 donarono al museo archeologico di Legnano placchette di teste leonine di probabile origine celtica, monete romane, un grande bronzo, una impugnatura di specchio d’epoca romana, un anello con gemma incisa.
2 – La scuola di Via Acerbi a Castano Primo porta ancora la dedicazione ad Arnaldo Mussolini