TURBIGO – E’ l’asse centrale del paese, delimitata da Via Roma, 1 (ex palazzo municipale) e dalla da piazza San Francesco. Anticamente l’Allea era occupata da campi e divideva il ‘Turbigo Superiore’ (posto sotto le balze del Castello) dal ‘Turbigo Inferiore’ che gravitava attorno al Naviglio Grande. Il Palio turbighese, organizzato negli anni 1984-85, riscoprì proprio questa antica divisione territoriale che, con l’andare degli anni e la creazione – da parte della Parrocchia – di rioni fittizi, si sta perdendo.
Fu l’ingegner Paolo Tatti (sindaco di Turbigo dal 1866 al 1913) a progettare l’unione dei due centri con un viale alberato, appunto, ‘Allea’ con l’aggettivo ‘comunale’ perché conduceva al palazzo municipale che, invece, ora si trova in Via Roma. L’arteria che univa le due ‘Turbigo’ fu realizzata nel primo Novecento, con il posizionamento dei fabbricati in modo tale da avere un’ampiezza stradale tale da segnare così il nuovo centro del paese. I proprietari dei terreni prospicienti l’Allea misero a disposizione quanto serviva a realizzare il progetto, pur mantenendone la proprietà. Un dettaglio questo non indifferente e tale da inficiare i progetti che si sono succeduti.
Nel 1930 ci fu il tentativo, da parte del Podestà, di denominare la parte di Strada Provinciale (allora non esisteva la circonvallazione) che attraversava il centro abitato in ‘Viale della Vittoria’, ma la Soprintendenza non lo permise. Rimase in vigore il toponimo, proveniente dal dialetto piemontese.
Un primo restyling dell’Allea fu progettato dall’architetto Pietro Calori di Milano nel 1963 e realizzato dall’impresa Prandoni sugli spazi originari. Si era al tempo del ‘miracolo economico’ e il paese si trovava in un momento di particolare espansione che permise – con le leggi del tempo – la costruzione di un serie di ‘condomini’ (il primo fu quello di Via Allea, 17, progettato anch’esso dall’arch. Calori e realizzato dall’impresa Massari) che snaturarono il paesaggio, in quanto tolsero completamente la vista del castello medievale e della chiesa parrocchiale.
Successivamente, furono predisposti altri progetti di riqualificazione che non andarono in porto: il primo dell’architetto Rosso ai tempi dell’Amministrazione leghista (1993-1007); il secondo dall’architetto Ermanno Ranzani ai tempi dell’Amministrazione Goi (1997-2001). Entrambi pagati a fior di milioni di vecchie lire, ma non realizzati. Fu, invece, realizzato nel 2007 (con una spesa di 700mila euro) quello proposto dall’Amministrazione Mira Bonomi e progettato, rispettando la matrice originaria, dall’Ufficio Tecnico Comunale e seguito nella sua puntuale realizzazione dall’assessore ai Lavori Pubblici, Stefano Candiani, recentemente scomparso.