La capra è il simbolo dell’Istria e recentemente Piero Tarticchio è venuto a presentare il suo libro, appunto, “La capra vicino al cielo” (Mursia, 2015), a Turbigo, come aveva fatto qualche giorno prima al liceo italiano di Fiume dove ha ricevuto gli elogi dei professori. L’autore è un istriano (come Bettiza, Benvenuti e altri 350 mila), costretto all’esodo nel 1947, dopo che aveva perso sette familiari nella ‘pulizia etnica voluta da Tito. Da cinquant’anni racconta i crimini comunisti che l’interesse nazionale aveva tenuto nascosto. Fu Andreotti – dice – a spiegarne il perché: “Non si parlò di foibe in Italia per cinquant’anni perché il Paese era stato distrutto dalla guerra e bisognava ricostruirlo e per farlo era necessario il coagulo di tutte le forze politiche. ”.
IL RICORDO – La serata turbighese del ‘Giorno del Ricordo’ si è mossa sull’onda del ricordo di Pola (30mila abitanti, 28mila lasciarono la città più industrializzata dell’Istria), città-madre dalla quale gli esuli portarono con sé una scheggia dell’arena romana e buttarono la chiave delle loro abitazioni nel mare Adriatico. “Fu anche una guerra di classe – ha detto Tarticchio – tra italiani borghesi che abitavano le città e gli slavi delle campagne, un conflitto simile a quello fascisti e partigiani italiani”.
ANTIFASCISMO – “L’antifascismo dilagante del dopoguerra, servitore dell’ideologia comunista ispirato dall’Unione Sovietica” ci ha negato la solidarietà della Patria. L’Unità, organo già allora del Pci scrisse: “I briganti neri dell’Istria non meritano la nostra solidarietà!” Una vergogna postuma.
ESULE – “L’esule non possiede un luogo tutto suo dove far ricrescere le proprie radici recise. L’anima diventa l’unico rifugio dove custodire i propri ricordi e la memoria”.
IL SENTIERO DELLA MEMORIA – Fin dall’alba dei tempi, inventando la scrittura, l’uomo ha cercato di lasciare un segno del suo passaggio, con lo scopo di tener vivo il processo storico.
PERCHE’ L’UOMO SENTE IL BISOGNO DI SCRIVERE? “Lo fa per ricordare, per sconfiggere il silenzio. In questo modo la scrittura diventa un’alleata dell’uomo contro l morte”.
DOVE LA STORIA NON ARRIVA – Dove la storia non può arrivare con i suoi riferimenti, una leggenda può accendere la fantasia della gente e ricostruire idealmente la storia di un popolo. I popoli hanno bisogno dei miti e delle leggende. Le leggende, a differenza dei miti, trovano una collocazione esatta nel tempo, una particolare precisione dei luoghi e dei personaggi. “La storia del mondo del Monte della Capra fa parte dei miti e leggende che sono pietre miliari nella cultura della gente comune, racconti fantastici che illustrano le origini storiche di un popolo”.
FOTO La copertina del libro di Tarticchio che ha già venduto 20mila copie e di questi tempi è già un best seller