6 – L’alzaia indica la strada che corre sulla sponda sinistra del Naviglio Grande – oggi anche pista ciclo pedonale – e non ha una denominazione storicamente accertata dal nostro Comune, in quanto, tradizionalmente, così furono chiamate le strade che percorrevano le sponde, perché ‘alzaia’ era chiamata una grossa fune che veniva utilizzata per il traino dei barconi che, dopo aver scaricato le merci alla darsena di Milano, risalivano la corrente fino alla ‘Cà della Camera’ di Tornavento (nella foto). In quello che veniva chiamato come ‘attiraglio’ dei barconi si utilizzavano cavalli e, quando la corrente diventava più forte, venivano sostituiti dai buoi. A Turbigo c’erano due guadi; ‘al guà dal Gibilin’ e ‘al guà di Ladàr’, citati in alcuni documenti, ma non sappiamo precisamente dove fossero collocati. Posizionato chiaramente è invece il guado di San Damiano (ancora esistente, in corrispondenza di Via al Palazzo e prende il nome dalla primitiva chiesa di San Damiano) dove furono scaricate le colonne destinate alla chiesa di San Zenone di Castano Primo.
Le alzaie, quindi, ebbero sin dall’inizio un carattere pubblico per cui appartennero allo Stato di Milano, poi al Reale Genio Civile, alle Regioni (1970) e, oggi, sono in carico all’Est Ticino Villoresi che gestisce anche il Naviglio Grande. Proprio questo Consorzio di Bonifica ha inaugurato il 19 giugno 2015 un doppio intervento in territorio turbighese che ha comportato la modifica dell’originaria alzaia per la realizzazione di una nuova conca di navigazione sul Naviglio Grande e contemporanea eliminazione dell’esistente diga Poiret ai confini con il territorio di Robecchetto con Induno. Lo scopo del secondo intervento è stato quello della ‘rimessa in servizio’ della conca della centrale idroelettrica ‘Guglielmo Castelli’ (14 metri di dislivello, divisi in due conche vinciane da 7 metri cadauna) a servizio della futura idrovia Locarno-Milano.
ALZAIA SPONDA DESTRA. Storicamente, il tratto di alzaia ‘operativo’ per i barconi era quello in sponda destra (individuata considerando la corrente in discesa con ‘a monte’ l’origine), tant’è che il pilone del ponte delle Ferrovie Nord (1880) prevede il passaggio dell’alzaia che poi si raccordava, sempre in sponda destra, con la strada a valle del ponte sul Naviglio alla Padregnana. Fu l’ingegner Paolo Tatti – che aveva acquistato la possessione posta sulla riva destra del Naviglio, compresa tra i due ponti in pietra di Turbigo e della Padregnana – che modificò il ponte il pietra secentesco turbighese realizzando un terrapieno che sostenesse la nuova strada (attuale Via Roma) che portava in Piemonte. L’attiraglio dei barconi era ormai superato dalla storia per cui l’operazione del Tatti fu possibile anche perché la nuova Via si poneva in continuità con il percorso precedente, quello che oggi chiamiamo ‘Naviglio Vecchio’.
FOTO DAL CALENDARIO DELLA PRO-LOCO DI LONATE 1993 – ‘La Castellana’, compresa tra il Naviglio Grande in asciutta e il tratto iniziale del Canale Industriale. Era lì che iniziava la linea di navigazione sul Naviglio Grande per il trasporto di persone a Milano con barche-corriere. Alla metà del sec. XIX, alle ore 11 del mattino dei giorni lavorativi, partiva una barca-corriera che permetteva ai viaggiatori provenienti da Oleggio, Lonate Pozzolo, Gallarate, Busto Arsizio, Turbigo, Castano e via dicendo di arrivare a Milano alle 18.30.