Era ancora buio quando l’elicottero dei Carabinieri è atterrato in un campo vicino al ponte della Borletti di Corbetta. Il famoso cavalcavia che porta allo stabilimento della Magneti Marelli. Numerosi i militari impegnati in un’operazione che ha portato all’esecuzione di dieci provvedimenti di custodia cautelare nei confronti di nomadi sinti. Tra gli insediamenti nel mirino dei carabinieri anche quello che da anni si trova a Corbetta. E’ abitato dalla famiglia Alilovich di origine bosniaca, ma con la cittadinanza italiana. Loro sono nati tutti in Italia, ma la parlata del paese di origine l’hanno mantenuta. “
Noi adulti siamo stati accompagnati in caserma, ad Abbiategrasso, per tutti gli accertamenti – racconta il capo famiglia – sono arrivati verso le 6 del mattino”. Secondo la Procura di Busto Arsizio all’interno dei campi visitati dai carabinieri si nascondevano i membri di una banda dedita alle spaccate. Una vera associazione dedita ai colpi negli istituti di credito ed esercizi commerciali durante i quali veniva sfondato l’ingresso con auto ariete. Ne hanno commessi parecchi di colpi simili nel magentino. La zona ove è ubicato l’insediamento di viale Borletti è alquanto degradata. Per raggiungere il campo nomadi occorre percorrere una stradina sterrata passando sotto il ponte.
Un angolo pieno di rifiuti dove la sporcizia la fa da padrona. Vivere in un posto del genere sembra impossibile. Il capo famiglia racconta che anche lui è stato trasferito in caserma questa mattina: “Alla fine, dopo circa otto ore ci hanno riportato a casa – ha detto – So che hanno arrestato delle persone, ma non abbiamo rapporti di parentela con loro”. Così dice. Numerosi sono i bambini che vivono in quell’insediamento formato soltanto da roulotte. Sorto quando a Corbetta i rom cominciarono ad acquistare terreni agricoli sui quali costruirono abitazioni abusive. Da sette che erano gli insediamenti a Corbetta si sono ridotti in maniera consistente. Quello di viale Borletti ha resistito negli anni e non ci sono costruzioni in cemento, soltanto roulotte. I carabinieri hanno controllato tutti. Soltanto i bambini, che frequentano le scuole della città, sono rimasti a casa. Ne incontriamo uno. Ha 12 anni: “Faccio le scuole a Corbetta”, ci dice. Ti piacere vivere qui? “Si mi piace”, assicura. Abbassa lo sguardo, ci sorride e saluta: “Ciao, vado a casa”.