MONZA – Due antiche civiltà dell’artigianato a confronto: quella giapponese di Kyoto, antica capitale del Sol Levante, e quella di Monza, già capitale dell’Italia longobarda. Trenta opere provenienti dalla Traditional Art School of Kyoto-Task sono in mostra alla Villa Reale negli spazi del Triennale Design Museum di Monza fino al 28 marzo, curatori Gabriele Radice e Jun Terao. L’inaugurazione è avvenuta alla presenza delle maggiori autorità amministrative ed economiche in rappresentanza della città. Tra queste il prefetto Giovanna Vilasi, il sindaco Roberto Scanagatti, Carlo Edoardo Valli presidente della Camera di Commercio, Giovanni Barzaghi presidente di Apa Confartigianato Imprese Milano, Monza e Brianza.
Un omaggio più che meritato perché le opere esposte rappresentano il meglio della produzione artigianale manuale del Paese. Non un artigianato seriale, ma opere uniche, ciascuna delle quali è frutto di molte settimane di lavoro seguendo le più rigide indicazioni costruttive e materiche tramandate nei secoli dalle varie generazioni di maestri artigiani.
L’esposizione si snoda in un percorso di 30 opere che spaziano dalla ceramica, all’intaglio del legno, dal metallo, al bamboo, dalla lavorazione urushi alla carta, con manufatti che, partendo dalla conoscenza della tecnica tradizionale, vengono rielaborati dai giovani per rappresentare la “nuova tradizione” e anche, in alcuni casi, con un’apertura alla rielaborazione delle forme al fine di aprire la strada al design.
“Questa mostra rappresenta un punto importante a salvaguardia dei prodotti di artigianato d’eccellenza: botteghe e saperi che si tramandano in tradizioni millenarie, ma che nella nostra epoca rischiano di sparire – ha commentato Radice -. L’obiettivo di questo progetto è anche dare un’immagine diversa del Giappone rispetto a quella che emerge sempre su alcuni temi (la tecnologia, la modernità, i manga, i videogiochi). Questo è punto di vista opposto, estremamente tradizionale, per rivisitarlo”. Barzaghi, che ha voluto a nome di tutti ricordare i tragici, recentissimi fatti di Bruxelles, ha sottolineato come la conoscenza tra giovani di Paesi diversi e l’ammirazione per le rispettive culture sia il migliore antidoto alla degenerazione dell’odio e della barbarie.
Gli allievi della Scuola di Kyoto sono circa 250 e il ritmo di studio è durissimo: nel silenzio più assoluto il giovane artigiano plasma per 10-12 ore al giorno la materia con pazienza infinita correndo ad ogni momento il rischio che il suo maestro, se non soddisfatto, gli distrugga quanto ha appena realizzato. E bisogna ricominciare da capo. Chi riesce a superare il corso riceve l’ambito titolo di Maestro Artigiano. Le opere migliori vengono esposte all’ammirazione del pubblico. E da questa esposizione sono stati selezionati i manufatti giunti a Monza dentro imballaggi speciali per la loro delicatezza.
Con la mostra Giappone – Kyoto: i giovani e l’artigianato, un percorso tra tradizione e innovazione, prosegue la collaborazione di APA Confartigianato e Scuola di Kyoto alla scoperta dei valori dell’artigianato tradizionale giapponese rielaborato e reinterpretato; ed APA Confartigianato prosegue la sua missione legata alla conoscenza e all’interscambio delle eccellenze dell’artigianato nel mondo, sia sotto l’aspetto delle lavorazioni tecniche che per quanto riguarda l’evoluzione delle forme legate al design.
In questo senso la mostra rappresenta un punto importante a salvaguardia delle opere dell’artigianato d’eccellenza. Perciò ha meritato la collaborazione di Triennale Milano, Camera di commercio di Monza e Brianza, Comune di Monza, Villa Reale e il patrocinio del Consolato Generale del Giappone in Milano in occasione dei 150 anni di rapporti diplomatici tra Italia e Giappone e dell’Ambasciata del Giappone.
Partner tecnici Fondazione per la promozione dell’ Artigianato di Kyoto, Artigianarte, Monzart-Itinerari di eccellenze artigiane di Monza.
Foto: il presidente di IEA Achille Colombo Clerici con il vice decano del Corpo Consolare a Milano Patrizia Signorini