Maria aveva ‘fatto’ l’ultima macchina alle 6. L’amica mezzora dopo. A Milano. Oggi pomeriggio, vigilia di Pasqua, le incontriamo in una strada del Castanese. Non vogliono che si dica dove ci troviamo con precisione. Maria sono tanti anni che fa la prostituta da strada. Arriva dall’Albania e ha due figli da mantenere. Ma un lavoro normale come tutti proprio non lo volevi fare? “Per noi donne albanesi è difficile trovare lavoro – dice – e poi ho due figli da mantenere. Non guadagno cifre enormi come qualcuno può pensare, soltanto quello che serve per sopravvivere”.
Non vuole farsi riprendere in volto e, inizialmente, non voleva nemmeno parlare a video. Poi ha accettato. Maria vorrebbe lasciare la strada per lavorare in un luogo protetto. “L’ho già fatto, a Lugano – dice – il cliente paga di più, ma almeno c’è sicurezza”. Per le ragazze e per i clienti. “Vabè, per i clienti chi se ne frega”, aggiunge ridendo”. Spiega che in tanti anni ne ha viste di tutti i colori, ma almeno non è mai stata aggredita. L’amica continua dicendo che hanno dormito un’ora, tra le 13 e le 14. Dopo essere andate a casa sono tornate sulla strada, nel Castanese. La notte si va a Milano perché ci sono più clienti. Ma di giorno tante persone si fermano anche sulle nostre strade. Del resto, lo sappiamo. Se c’è offerta c’è anche tanta domanda. “I clienti sono persone come voi – afferma Maria – Sono persone con una famiglia e con dei figli che li aspettano, oppure sole che cercano compagnia. A volte hanno problemi, altre volte non li hanno. E cercano soltanto il contatto con una donna”. Chissà se anche in Italia arriveranno un giorno le case chiuse. Quello che è certo è che ben difficilmente la prostituzione da strada scomparirà.
Maria è completamente autonoma. Non deve rendere conto a nessuno. E così anche l’amica che ‘lavora’ qualche centinaio di metri più avanti. “Non sappiamo se è così anche per le ragazze di colore – dicono – qua non c’è nessuno che controlla la prostituzione, per fortuna”. Ridono e scherzano, ma dentro hanno tanta rabbia e tristezza. “Facciamo le prostitute – concludono – Ma stai attento, non siamo puttane. Le puttane sono ben altre, non siamo noi. ‘Trenta euro ‘boccafiga’, questo è una prostituta. Non tradisci la tua donna. E’ uno sfogo”.