Dal giocatore per passione che scommette pochi euro sulla vittoria della sua squadra del cuore al ‘malato’ che gioca stipendio o pensione. E non riesce proprio a fermarsi. Il mondo delle scommesse sportive è cresciuto tantissimo negli ultimi anni. Si può scommettere su qualsiasi avvenimento in qualsiasi parte del mondo. Qualsiasi campionato di calcio fino alle categorie minori, è quotato dai bookmaker. A Magenta, oltre allo storico punto Snai di via Novara, nato come sala corse per appassionati di cavalli, c’è anche la Admiral Yes in via Al Donatore di Sangue, a pochi metri dall’ospedale.
Quanti sono gli scommettitori abituali? Marco Cuviello è il titolare della Admiral Yes e afferma che, nella sua agenzia, sono circa duecento. A questi si aggiungono i ‘giocatori di passaggio’, quelli che puntano ogni tanto. Le giocate medie ammontano a circa dieci euro, ma spesso c’è chi esagera. “Questo accade quando si pensa di andare sul sicuro – dice – mi riferisco, ad esempio, agli eventi quotati poco perché sono quasi scontati nel risultato finale. O alle cosiddette doppie chances. In questi casi non è raro vedere gente che gioca anche duecento, trecento euro. Se non di più. Alcuni vincono, altri purtroppo perdono. E’ il gioco e nello sport tutto può succedere. Bisogna sempre usare la testa, come in tutte le cose”.
Per fare un esempio facile e recente, basti pensare alla penultima partita di campionato di calcio di serie A della Juventus in casa che ha giocato contro il Palermo. I bookmaker non avevano dubbi sulla vittoria della Juve. Troppo forte, contro una squadra in crisi di gioco e risultati. La quota era 1.15: ovvero, si giocano cento euro per vincerne solo 15. Ma quei soldi, nella testa di molti scommettitori, sono sicuri. Sono fieno in cascina. E allora perché non esagerare? Basta puntare mille euro e se ne vincono 150 senza fare fatica. Questa volta è andata bene agli scommettitori. La Juve ha vinto 4-0. Ma chi ha giocato ‘pesante’ avrà avuto qualche extrasistole di troppo nel vedere il primo tempo con il Palermo che ha fatto soffrire i bianconeri. Basta un niente e sparisce un intero stipendio. Insomma, le partite alla fine vanno come vogliono. “C’è anche chi ha vinto 25mila euro – aggiunge Coviello – salvo poi perderli tutti nel giro di pochi giorni”. Chi è del mestiere si accorge subito quando un giocatore non può più fare a meno di puntare. “Arrivano anche più volte al giorno – continua – Noi gli diciamo di fermarsi. Di non buttare i soldi al vento. Escono, ma se ne vanno da un’altra parte e non cambia niente”. Lo scommettitore patologico lo riconosci subito nella sala scommesse: scalpita, bestemmia se perde, si arrabbia con il mondo, è stressato.
Arrivano anche minorenni. La sala scommesse non è lontana dal liceo scientifico, dalla piscina e dallo stadio comunale. Lo ammette il titolare della Admiral Yes: “Naturalmente non li facciamo giocare perché è vietato. Ma è facile aggirare i divieti. Basta aprire un conto su uno dei tanti siti internet intestato ad un maggiorenne e il ragazzino può giocare”.