Alberto Moravia nasce nel 1929 e muore nel 1990. É quasi un nostro contemporaneo. Sta di fatto che le sue tematiche sono eterne.. Specialmente quelle trattate in “Gli indifferenti”, dove a fare da struttura sono i dubbi (specialmente quelli di una società borghese) sull’autenticità dei propri sentimenti. Qualunque essi siano. I personaggi ci travolgono con la sincera e spietata verità dei loro pensieri più indicibili in quanto non adeguati, quasi mai cònsoni alla situazione.. Diremmo ora disadattati. Michele, il figlio ventenne della pomposa signora Mariagrazia (che invece É assorbita e imbevuta di convenzioni), é denudato da ogni stereotipo e nel suo intimo é molto combattuto perché sa quali sentimenti ci si aspetterebbe da lui ma non li prova e allora…
Tutto si gioca sul fingerli o sul l’essere sincero con sé stesso e con gli altri. Sa che dovrebbe odiare (forse malmenare? Si chiede) Leo, amante già della madre vedova, il quale insidia la sorella (riuscendo a deflorarla), eppure nel suo intimo É così -indifferente- a tutto quanto. Questa famiglia composta appunto dalla vedova signora Matiagrazia e dai fogli Michele e Carla, ha poi come presenze assidue quella di Leo, uomo forte e sicuro, e Lisa, ex-amante di Leo e “migliore amica” della madre, nonché innamorata di Michele. Un intreccio alla “Beatiful”? Forse, ma accuratamente studiato in ogni minimo dettaglio, ogni sospiro, ogni dito di polvere ci trasmette un’atmosfera carica di sentimenti per così dire impuri, comunque intensi, a tratti riprovevoli. E Moravia ci punta indirettamente i fari addosso. Tu invece come sei? Sembra dire a volte la fine di ogni capitolo, in cui vengono denudati i pensieri dei personaggi.
Di lettura scorrevole anche se scritto in maniera piuttosto cólta, ci rapisce davvero questo romanzo. Carla, anche lei é solo stufa della sua vita e si dà a Leo solo con la speranza di cambiarla e (?) finalmente iniziare a vivere rompendo una serie di giorni inutili, fastidiosi e già scritti… Mentre Leo, Lisa e Matiagrazia tutto sommato, seppure insoddisfatti, sono dentro nella loro parte e il loro recitare é anche la loro verità, per i due giovani tutto É indifferenza come rifiuto di una realtà interiore che fa soffocare.. Pessimista? Sì, Moravia rispose che É possibile ritenerlo tale, ma l’intento era rimandare la realtà più profonda, esistenzialista dell’essere umano. E senza dubbio ci riesce.
Notare che questo bellissimo romanzo non era stato accettato da nessuna casa editrice e lo scrittore si era fatto pubblicare a sue spese. (Attenzione ragazzi quando vi dicono che non avete talento!)