Prima o poi capita a tutti di prendere una multa, se abbiamo commesso un infrazione al codice stradale e se ne siamo consapevoli la multa va pagata, ma non ci stupiamo più quando la burocrazia italiana ci mette del suo e comincia la spola per risolvere la questione con le scure sulla testa che dice che se non paghi ci saranno sanzioni più severe.
La storia di molti, un treno che parte, il tempo che manca, parcheggi non ce ne sono e Irina è consapevole che parcheggiando l’automobile un po’ cosi, incorrerà in una sanzione, ma non ha altra scelta deve andare ad un corso per lavoro e decide che se sarà sanzionata pagherà, ed e quello che succede.
Al suo ritorno, trova la multa sul parabrezza, 41,00 euro, la prende, consapevole della sua violazione e la paga, 28,70 euro, pagamento in misura ridotta entro 5gg, data 22 Settembre 2014 alle ore 16.57, per lei la questione sarebbe finita qui, col pagamento.
Passa qualche mese e arriva un avviso che non ha pagato la multa, prende contato telefonico con il comando magentino della polizia locale, chiedendo chiarimenti giustamente, l’operatore controlla e si accorge che lo stesso giorno, nello stesso posto ( la macchina è rimasta parcheggiata lì tutto il giorno) alla vettura erano state date due multe, prima alle 11.20 la seconda alle 16.57, per la stessa infrazione. Il poliziotto rassicura Irina, qualcuno avrà prelevato la prima multa e l’avrà gettata, ma siccome l’infrazione è la stessa, la seconda multa le verrà tolta, Irina rassicurata delle forte di ordine conclude la chiamata convinta che tutto è chiarito.
Invece no, dopo un anno ricompare un avviso, stessa tiritera, stesse risposte, “Signora, non si preoccupi, la togliamo, è un errore”, Irina allora manda fax, scrive una e-mail, invece a sorpresa, l’errore a due anni di distanza si trasforma in una cartella di Equitalia di più di 120 euro di sanzione per la multa non pagata.
Il marito allora si reca al comando di polizia magentino chiedendo chiarezze, gli viene negata la possibilità di annullamento, l’uomo, non convinto va in comune dove viene assicurato che le forze di ordine possano risolvere tutto, un’altra corsa, abbandonando l’attività che gestisce, ancora altro tempo perso, tutto inutile li riviene negata la possibilità di annullarla.
Irina ancora fiduciosa nelle forze di ordine richiama le forze di ordine è questa volta le risposte sono molte sgarbate, addirittura le viene ricordato, con un brutto commento, le sue origini, “signora in Italia le parole sono al vento” e la chiamata li viene interrotta. Non molla Irina, “Verba Volant” allora chiede via e-mail direttamente alla Dott.ssa Porta un appuntamento, che le viene fissato intorno a mezzogiorno e sull’appuntamento ci racconta: “ la cosa che mi ha fatto più arrabbiare è questa, sono arrivata al comando e per cinque minuti circa, nessuno mi ha chiesto cosa facessi li, guardando l’orologio, il tempo passava, forse storcendo un po’ il naso, facendo notare il ritardo, non sono lo stesso stata ricevuta della Comandante – continua- si è presentata dopo circa cinque minuti la sua segretaria, credo, e con un sorriso ironico mi ha risposto che la Dott.ssa Porta aveva tra le mani un altro caso più serio del mio, non potevo disturbarla, al massimo mi avrebbero fatto parlare col suo vice, in pratica mi hanno fatto capire, tra le riga, la paghi ed è finita”. Anche questa volta, Irina per poter andare al appuntamento ha dovuto chiudere l’ufficio in anticipo, perdendo del tempo e si sa molte volte il tempo è denaro.
Irina arrabbiatissima, crede che il comportamento ricevuto è perché lei ha un cognome rumeno (cittadina italiana da ben 13 ani), sottolinea che, visto il trattamento, in Italia la legge non è uguale per tutti e purtroppo, vista la minaccia di Equitalia di fare un fermo amministrativo alla vettura, oggi ultimo giorno possibile, ha pagato. Ma delusa ci dice: “con questa cifra potevo pagare il pasto dei miei figli, tutto il mese alla mensa scolastica”