Si affida alla sua pagina facebook per motivare la decisione di fare un passo indietro e interrompere la sua campagna elettorale alle imminenti amministrative di Corbetta. Alberto Lovati, giovane candidato nelle fila del PD che propone Fulvio Rondena sindaco, è nipote di Vincenzo Evolo. Zio acquisito, per la precisione. Considerato dagli inquirenti il braccio destro di Sabatino Di Grillo, ritenuto il capo della ‘ndrangheta nella zona. Ecco quanto scrive Alberto Lovati sulla sua pagina facebook:
In accordo con il candidato Sindaco Fulvio Rondena, alla luce delle polemiche emerse circa la mia parentela acquisita con una persona in carcere per ‘ndrangheta, ho deciso di sospendere la mia campagna elettorale e di impegnarmi – in caso di elezione – a dimettermi dalla carica. Lo faccio per sopire sul nascere ogni polemica pretestuosa e per non danneggiare Rondena, il Partito Democratico e me stesso. Mi sia permesso, infatti, di motivare le ragioni di questa mia scelta radicale e netta. Ho deciso così, infatti, perché ho capito di avere fatto un errore, radicato proprio in quel terreno fondamentale per costruire una nuova politica: non ho detto da subito, al mio candidato Sindaco, la verità. Non ho detto da subito a Fulvio che mi portavo appresso, mio malgrado, una parentela – e tengo a ribadirlo, una parentela acquisita – perché ho avuto vergogna. Pensavo che l’onta di una persona in qualche modo a me collegata, in carcere per una condanna così pesante, fosse troppo gravosa da comunicare. Ma ho sbagliato. E di questo sbaglio mi assumo le conseguenze.
Se è vero che le colpe dei padri non possono ricadere sui figli, ancor più vero è che le colpe di zii ignoti non possono ricadere sui nipoti. Ma siccome penso che la ‘ndrangheta e tutte le mafie siano il vero cancro di questo Paese, da estirpare anche dai sospetti, ho deciso di fare un passo indietro. Nessuna ombra può cadere su di me, sul PD di Corbetta e sul nostro candidato Sindaco. A 27 anni e con una parentela acquisita e, con forti convinzioni sull’impegno civile, pensavo di poter lavorare tranquillo per un futuro migliore. La mia ingenuità mi ha fatto sbagliare. Da questa storia traggo una lezione: che per fare politica, sempre più, serve affidarsi alla verità.