Le biotecnologie consentono trattamenti sempre più efficaci e sempre meno invasivi in tutte le branche della chirurgia. Ma le vere innovazioni nel campo della chirurgia della mano non sono molte. Tra queste, una nuova modalità di approccio chirurgico alla mano e all’arto superiore è denominata “Wide-Awake surgery”. Tale tecnica rappresenta una vera evoluzione delle idee, poiché utilizza strumenti noti da tempo con modalità innovative per la soddisfazione del paziente e la qualità dei risultati. In passato, gli interventi chirurgici effettuati per traumi o altre patologie della mano e dell’arto superiore, richiedevano spesso il ricorso alla anestesia generale. I rischi ed il disagio dei pazienti (specialmente se fragili) legati a questa pratica, ci hanno indotto nel tempo a impiegare, con sempre maggior frequenza, tecniche di anestesia meno invasive e sempre più sicure.
Da circa tre anni, nella chirurgia della mano, sperimentiamo una tecnica che offre tempi di recupero e di ospedalizzazione più brevi e un maggiore comfort per il paziente: è l’approccio “Wide-Awake”, che consiste nell’anestesia locale senza sedazione né laccio emostatico, laccio che causava notevole fastidio al paziente, specialmente durante gli interventi di maggiore durata. Per l’anestesia si procede ad iniettare localmente e molto lentamente una soluzione diluita di anestetico e di adrenalina. L’adrenalina è sempre stata guardata con sospetto e pertanto non utilizzata per le anestesie negli arti (i dentisti la usano normalmente da sempre), in quanto si temeva potesse provocare l’ischemia della mano.
Oggi invece, supportati da un’ampia casistica e da una ricca letteratura, che riporta oltre 5000 pazienti trattati con questa tecnica (circa 300 nella nostra casistica) senza manifestazioni avverse, sappiamo che tale rischio non esiste. Al contrario, l’associazione di anestetico e adrenalina permette di effettuare interventi anche molto lunghi (oltre le 4 ore) cosa impensabile con l’anestesia locale classica. Inoltre questa tecnica controlla efficacemente il dolore dopo l’intervento, limitando molto il ricorso ai farmaci antidolorifici, con i loro ben noti effetti collaterali. “La Wide-Awake”, di origine canadese, ci consente di eseguire più del 90% della chirurgia della mano (a eccezione dei bambini in età prescolare, dei malati con problemi psichici e dei traumi maggiori).
In collaborazione con il Servizio di Anestesia del nostro blocco operatorio abbiamo messo a punto un protocollo che estende questa pratica anche ai bambini in età scolare, se minimamente collaboranti. In presenza dell’anestesista, che effettua una sedazione molto blanda, questa tecnica permette al piccolo paziente di affrontare interventi normalmente effettuati in anestesia generale. La semplicità di esecuzione, lo scarso dolore legato alla particolare tecnica di iniezione (si utilizza un ago estremamente sottile) e l’assenza del laccio durante il tempo chirurgico rendono la tecnica particolarmente confortevole e priva di rischi. Oltre a facilitare una completa e corretta valutazione del trauma, ci permette di osservare da subito il ripristino funzionale, dopo il gesto di riparazione o correzione eseguito, mentre la persona compie il movimento richiesto, prima della sutura cutanea, rendendo possibili eventuali aggiustamenti chirurgici. Il malato, rimanendo lucido e ben sveglio (“Wide-Awake”, cioè “del tutto sveglio”) per tutto il tempo dell’intervento, può infatti collaborare attivamente con il chirurgo, fornendogli un feedback molto importante.
Se il medico gli dice “muova la mano”, e il paziente risponde positivamente, compie quello che noi chiamiamo “primo atto riabilitativo centrale”. L’Ospedale di Magenta e gli Ospedali Riuniti di Bergamo sono stati pionieri nell’utilizzo di questa tecnica, oggi ancora poco conosciuta ma che sta guadagnando sempre maggiori consensi.