Dal paziente colto da infarto a quello che ha un malessere passeggero, dalla vittima di un incidente, al paziente psichiatrico. Il pronto soccorso è il punto di riferimento per il cittadino, un reparto dove serve personale preparatissimo, forte psicologicamente e fisicamente e pronto ad intervenire in ogni situazione. Da un po’ di tempo a questa parte pare che all’ospedale Fornaroli di Magenta si preferisca puntare maggiormente sui reparti, a discapito del pronto soccorso. In questo caso parliamo del personale. Diversi infermieri con esperienza nel settore della medicina d’urgenza hanno lasciato il pronto soccorso chiedendo di essere trasferiti altrove.
Motivo? La pericolosità di lavorare in certe condizioni per gli operatori. E a rimetterci sono i pazienti. Ma quali sono queste ‘condizioni pericolose’? Anzitutto la scarsità di personale, appunto. Al pronto soccorso del Fornaroli lavorano 5 infermieri per turno contro i 10 disponibili presso l’ospedale di Legnano. A fronte di un numero di accessi che risulta esser soltanto di poco inferiore. Oltre 60mila sono, infatti, le prestazioni erogate annualmente dal pronto soccorso del Fornaroli. Un numero enorme che richiede personale preparato e adeguatamente riposato. Oltretutto la carenza di materiale è evidente a chiunque vi acceda. “A mio padre era stato applicato un monitor per verificare costantemente i suoi parametri vitali, la frequenza cardiaca e la saturazione, oltre alla pressione arteriosa – racconta una ragazza – dopo circa un’ora l’infermiera glielo ha staccato e l’ha portato altrove. Giustificando questa scelta come doverosa perché i monitor erano contati e ne serviva uno per un caso più urgente”.
Per non parlare delle difficoltà logistiche del pronto soccorso ad accogliere un flusso di pazienti così elevato. Già al primo mattino è una costante che le persone in attesa siano già parecchie decine. Chi rischia in tutto questo? Il paziente, ovvio. Ma anche il personale perché l’errore è sempre dietro l’angolo. E al giudice poco importerà se l’infermiere che ha errato giustificherà il suo operato con il troppo lavoro e la scarsità di personale. Perché queste sono situazioni che dovevano essere denunciate prima di mettersi al lavoro in condizioni di rischio. “Nulla da dire sull’operato di chi lavora al pronto soccorso del Fornaroli – afferma un’altra donna – Ho sempre trovato in loro cordialità e professionalità. Li osservavo ed erano sempre attivi, non hanno mai un momento di pausa. Ma i disagi sono enormi. Mio padre, portato in codice rosso al pronto soccorso di Magenta la mattina presto, è stato ricoverato solo a sera inoltrata perché non c’erano posti liberi. In condizioni critiche è rimasto per tutta la giornata su una barella scomodissima”.
Sei letti in astanteria dove il paziente riceve le prime cure, ovviamente nessuno si cura della privacy. Perché se stai male poco ti importa di osservare quello che fa il tuo vicino di letto o di ascoltare da quali patologie è affetto. Insomma, il pronto soccorso sembra essere un vuoto a perdere.