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Rotonda in viale Duca d’Aosta? “Tentativo estremo senza programma sulla mobilità”
Il commento dei Verdi Ecologisti Busto Arsizio, lista in corsa alle elezioni comunali del 5 giugno in sostegno di Gianluca Castiglioni
Busto Arsizio, 30 maggio 2016 – “La rotonda è un tentativo estremo di fare dei lavori senza avere un programma sulla mobilità bustese”. Parola dei Verdi Ecologisti Busto Arsizio, lista che sostiene la candidatura a sindaco di Gianluca Castiglioni insieme a Partito Democratico, Busto al Centro e Cittadini per Busto alle elezioni comunali del 5 giugno.
Sulla proposta dell’amministrazione uscente della realizzazione di una rotatoria in viale Duca D’Aosta si oppone duramente la lista guidata da Andrea Barcucci, (presidente di Legambiente Busto Arsizio e tecnico ambientalista). “Non è stato compreso nel Piano Urbano del Traffico il capitolo del tratto dove sorgerà il supermercato al quale viene legata, in modo arbitrario, la circolazione tramite la rotonda. Le rotonde – commenta Barcucci – non sono una soluzione a tutte le esigenze. Fare la rotonda e chiudere i controviali significa perdita di passaggi pedonali protetti tramite semaforo, perdita del percorso ciclabile sui controviali e complicazione del traffico non regolato in modo certo dai semafori”.
NON CI SONO ROTONDE NEMMENO SUGLI CHAMPS ELYSEES
“Sugli Champs Elysées non esistono rotonde – fa notare il capolista – i viali sono arterie dove l’aria circola, non dove si ferma il traffico e si complica la circolazione. Infatti sempre più spesso si parla di semafori intelligenti. E l’Arco della Pace, con i suoi 90 metri di rotonda, non ha certo dimensioni comparabili alle nostre in questione. A Busto Arsizio non si affronta il problema di quell’isolato compreso tra il semaforo con via Mameli e quello successivo con via Generale Cantore, in cui ci sono tre sensi unici (via Pisacane, via General Biancardi e via Libia), diretti tutti verso la stazione, in direzione nord. Questo dimostra che la viabilità non è stata assolutamente messa in discussione e, di fatto, il traffico è impedito: con la creazione di una rotonda non se ne pone rimedio in maniera miracolistica”.
LA PROPOSTA DEI VERDI ECOLOGISTI BUSTO ARSIZIO PER VIALE DUCA D’AOSTA
Alla bocciatura del progetto proposto dall’amministrazione Farioli, i Verdi Ecologisti Busto Arsizio propongono piuttosto, l’eliminazione del semaforo di via Candiani (“che semplificherebbe tantissimo la circolazione all’incrocio con via Mameli”), il cambio di senso per la via Biancardi (“in modo da dare alternanza alla circolazione e renderla più fluida”), l’investimento delle spese, previste per la chiusura dei controviali e della rotonda, per la sistemazione delle aree di viale Borri (“potrebbero essere più organizzate per quella che è la mobilità del quartiere anche in funzione della Coop”) e, infine, il sostegno e l’incentivazione della mobilità pedonale e ciclabile “perché è questo il futuro e questa la vera riduzione dell’inquinamento”.
La creazione di una rotonda, invece, per i Verdi Ecologisti “non è vero che diminuisce l’inquinamento perché, se il traffico è forte, sono forti anche le code alla rotonda. Il passaggio alla mobilità pedonale e ciclabile protetta, magari con la realizzazione di una sede per le consegne a domicilio della spesa tramite furgoni elettrici o a pedali, toglierebbe di mezzo l’argomento di facile presa della riduzione e della fluidificazione del traffico. Il traffico non si fluidifica con una banale rotonda ma con una visione di come il traffico si forma e si articola. Tutti quei lavori stradali – chiosa Barcucci – sono imbarazzanti per la città, chiudono quello che è un bene pubblico storico e paesaggistico, privilegiando in via esclusiva il solo aspetto commerciale del viale”.
NECESSARIO UN PIANO URBANO DELLA MOBILITÀ
Allora, conclude il gruppo politico di stampo ecologista, “bisogna realizzare investimenti per un cambiamento generale del traffico bustocco, non per una singola opera. In questo modo non si rende un servizio al traffico, alla circolazione e alla mobilità, non se tutto questo non entra nel disegno di un Piano Urbano della Mobilità, sostenibile ed ecologico. Anzi, andare a limitare certe aree provocherebbe una serie di reazioni a catena imprevedibili tali da rendere ancora di più sbagliato procedere per singoli interventi decontestualizzati dal traffico e dalla mobilità cittadina, senza prevederne le reazioni negative, perché ci saranno”.