Ha combinato un disastro in chiesa e si è dato alla fuga. Nessun intento di rubare qualcosa o, peggio ancora, di seminare odio religioso. Quel che è accaduto ieri tra Cornaredo e Bareggio è stato causato semplicemente da un raptus improvviso. Protagonista dei fatti è un giovane di 27 anni sofferente di problemi psicologici. Il ragazzo, senza lavoro, è entrato nella chiesa parrocchiale di San Pietro.
Un edificio antichissimo le cui origini risalgono a quasi un millennio fa. Colto da una rabbia improvvisa e incontrollata ha iniziato a sbattere a terra le panche, le statue e i ceri posti sopra l’altare. Quindi è uscito di corsa per poi dileguarsi. Il sacrestano di circa 80 anni, che con tanto amore mantiene in ordine la chiesa di San Pietro, ha cercato di bloccarlo. Ma, purtroppo, nel tentativo di fermarlo, è rimasto lievemente contuso. E’ stato accompagnato al pronto soccorso dell’ospedale di Rho da cui è stato dimesso dopo le medicazioni del caso. Per fortuna non era nulla di grave. Se la caverà con dieci giorni di prognosi. Frattanto sono scattate le ricerche del 27enne che ha devastato la chiesa. I carabinieri della stazione di Cornaredo e quelli del nucleo operativo della Compagnia di Rho, sono dapprima giunti sul posto per ascoltare le testimonianze e svolgere i rilievi di rito. Quindi hanno diramato la descrizione del responsabile dello scempio a tutte le pattuglie in circolazione.
Il 27enne era stato notato scappare lungo la ex strada statale 11 in direzione Bareggio. A pochi chilometri dalla chiesa di San Pietro. Ed è stato proprio a Bareggio che i militari lo hanno bloccato. E’ stato, quindi, accompagnato nella caserma di Cornaredo per le procedure di identificazione e arresto. L’accusa nei suoi confronti è quella di danneggiamento aggravato e lesioni. Proprio oggi è fissata la direttissima presso il Tribunale di Milano. Nel mese di febbraio di quest’anno un’incursione si verificò nella basilica di San Martino a Magenta. Ma in quell’occasione l’obiettivo dei malviventi non era quello di combinare danni. Cosa che fecero, danneggiando la teca della statua della Madonna. Bensì quella di impadronirsi di una collana del valore di parecchie migliaia di euro. La loro fuga durò poco perché il lavoro di indagine dei carabinieri permise di identificarli prima che il gioiello venisse ceduto ad un compro oro di Rho.