MAGNAGO – Con riferimento alle notizie apparse a mezzo stampa, relative al coinvolgimento dei 22 comuni della zona omogenea dell’Alto Milanese nella gestione dei flussi di profughi destinati al nostro territorio, Il Comune informa su quanto è in fase di definizione sulla scorta degli incontri avvenuti presso la Prefettura di Milano con il Prefetto Marangoni.
In tali incontri – propedeutici alla definizione di un progetto di accoglienza diffusa che veda in primis, il coinvolgimento della Chiesa per il tramite della Caritas Ambrosiana e della Fondazione dei Padri Somaschi, le organizzazioni del terzo settore e di volontariato, in collaborazione con le Amministrazioni Comunali e le loro comunità – sono stati infatti solo definiti gli ambiti di azione che dovranno essere declinati in un protocollo di operatività da sottoscrivere fra tutti gli attori coinvolti.
Il Comune parteciperà al tavolo tecnico-politico che avrà luogo nei prossimi giorni, volto a definire puntualmente gli ambiti del progetto di accoglienza diffusa che ha lo scopo di scongiurare arrivi massivi di profughi e l’apertura di tendopoli nell’Alto Milanese, nonché assicurare azioni di micro inserimenti nelle comunità locali.
Ciò consentirà, con la collaborazione di tutti, di gestire e governare al meglio tale intervento, evitando quanto accaduto in altri ambiti territoriali con apertura di tendopoli, utilizzo di alberghi , capannoni e quant’altro, che hanno determinato, a volte, speculazione e disagio sociale. Un progetto, quello a cui ci apprestiamo a lavorare,dai numeri contenuti (300 migranti) che andranno ad essere distribuiti su 22 comuni che contano un bacino di circa 300.000 abitanti.
A tale scopo è stato avviato, a cura della Caritas Ambrosiana, un lavoro capillare con le Parrocchie, che contribuirà a dare elementi certi di azione al tavolo tecnico politico.
Via via che andrà concretandosi tale progetto sarà cura dell’Amministrazione Comunale informare la cittadinanza di quanto definito: confidiamo che un progetto così come quello che abbiamo in animo di definire “”di ospitalità diffusa e capillare “”consentirà alle nostre comunità di avere più speranza che paura.