MILANO – Sono tre i Bellini italiani famosi nel mondo: Vincenzo (musica), Giovanni (pittura), Mario (architettura). Di quest’ultimo si è diffusamente parlato al 45° piano dell’Allianz Tower di Milano – una vista straordinaria sulla città e sulla Grande Milano – alla presentazione del volume intitolato semplicemente Mario Bellini – Architetto: come è affascinante, nella sua semplicità, il geniale personaggio. Tra gli invitati il presidente di Assoedilizia e dell’Istituto Europa Asia, Achille Colombo Clerici.
Introdotto da una prefazione dello storico inglese dell’architettura Kenneth Frampton, il volume “racconta” attraverso 500 immagini a colori corredate da schede descrittive un vero e proprio giro del mondo attraverso edifici, musei, complessi fieristici, concorsi internazionali e allestimenti di grandi mostre, per ripercorrere l’opera architettonica di Mario Bellini. Un viaggio a ritroso nel tempo dal 2016 al 1960, per riavvolgere il “filo rosso” che lega il lavoro di questo architetto milanese, da sempre impegnato con uguale successo in tutte le scale del progetto: piccola, media e grande. Un “filo rosso” che rende evidente un approccio all’architettura come “fatto complesso” e mai ripetitivo, lontano da una visione puramente di “immagine” del mestiere. Come dimostrano testi, citazioni, fotografie, piante, schizzi e riferimenti “altri”, che accompagnano il lettore in questo emozionante doppio viaggio. le sue più importanti realizzazioni: tra queste figurano, solo per citarne alcune, il Portello di Fiera Milano, il Tokyo Design Centre in Giappone, l’America Headquarters di Natuzzi negli Stati Uniti, la National Gallery of Victoria a Melbourne, gli Headquarters della Deutsche Bank a Francoforte, il Museo di Storia della Città di Bologna, l’edificio per il Dipartimento delle Arti Islamiche al Louvre di Parigi, e il nuovo Centro Congressi di Milano, il più grande d’Europa. Mario Bellini ha ricevuto il Premio Compasso d’Oro otto volte e venticinque delle sue opere sono nella collezione permanente del MoMA di New York.
Cosa vuol dire oggi fare l’architetto? Rispondendo alle domande della conduttrice Maxia Zandonai, Bellini ha risposto che l’architetto deve tradurre, con tenacia, un’immagine nel costruito, tenendo ben presente che l’opera deve tenere conto dell’ambiente circostante, portare vita perché la città è cosa viva. Cosa prova lui, Bellini, quando progetta? Un’eccitazione straordinaria perché non si sa come andrà a finire. Accennando alle più importanti opere in corso, una delle più stimolanti – ha aggiunto – è il nuovo Museo del Foro Romano accanto al Colosseo, un’opera molto impegnativa perché coinvolge straordinari resti della Roma imperiale e medievale. E ancora: come vengono visti all’estero gli architetti italiani, in particolare i milanesi? Milano, anzitutto, ha un’immagine straordinaria e i suoi architetti vengono considerati dei portafortuna, da toccare.
La conversazione con Bellini ha toccato altri temi. Ad esempio, come si lavora in Italia e come si lavora all’estero: da noi tutto è un po’ nelle mani della fantasia dei burocrati, non si sa quando i lavori possono partire né quando si concluderanno (citato il caso del grattacielo che ospita l’evento, il cui progetto è stato approvato nel 2004 e ancora non è abitato), né è assicurata la continuità dei finanziamenti. In Germania, in Francia tutto è pianificato. Meglio lavorare per il pubblico o per il privato? Non fa differenza, la differenza la fa la serietà del committente.
Un cenno merita ampiamente il luogo dove è avvenuta la presentazione del volume. L’Allianz Tower, uno dei simboli di una città dinamica che continua a crescere e innovare, è stata progettata dall’architetto giapponese Arata Isozaki con l’architetto italiano Andrea Maffei. Sulla cima del grattacielo è stata posta una copia della Madonnina affinchè, come è tradizione, l’immagine sacra di Milano svetti sempre dal suo punto più alto.
Alla presentazione sono intervenuti Benito Benedini, presidente Fondazione Fiera Milano, Nicola Di Battista, direttore Domus, Andrea Maffei, architetto, Ermanno Ranzani, architetto e curatore del volume, Carlo Rossanigo, responsabile Comunicazione Allianz Italia. Tra i presenti il prof. Alberico B. Belgioso e l’imprenditore Ennio Brion.
Foto d’archivio: Achille Colombo Clerici e Benito Benedini