Abbiamo chiesto a Sergio di scriverci due righe su cosa era il Gay Pride 2016 per lui che ne è il diretto interessato, ci ha inviato questo testo che non abbiamo il coraggio di ridimensionare, perciò ve lo proponiamo nella sua interezza: “Che cosa è stato quest’ anno il Pride a Milano come sempre è difficile da rinchiudere con le parole, le foto, i video. Ogni anno come un rituale si scende in piazza con mille colori, musica e tante storie personali così diverse e così meravigliosamente uniche! Sono passati 40 anni dal quel famoso 27 giugno 1969 dove spontaneamente incitati dalla transessuale Sylvia Rivera le donne e gli uomini: Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transgender, Queer, Intersex, Assessuati (LGBTQIA) stanchi dagli abusi della polizia sono scesi in strada ed hanno dato vita alla Parata dell’Orgoglio. Fierezza sarebbe il termine correttamente tradotto, ma stona un poco e quindi viene utilizzato anche se in alcuni casi suona in negativo come Parata dell’Orgoglio. Da quei primi moti detti di Stonewal, da quella coraggiosa prima marcia ogni anno in molte città del mondo ci riuniamo come movimento cercando di costruire una comunità un movimento per una nuova società inclusiva, rispettosa verso le diversità. Non potrò mai dimenticare la celebre frase ripetuta anche a Magenta da parte di Stuat Milk, nipote di Harvey Milk primo gay dichiarato votato in America come amministratore locale e barbaramente ucciso col sindaco della Città di san Francisco nel 1978: “Le diversità non vanno tollerate ma celebrate”. Il Milano Pride dello scorso 25 giugno 2016 è stato il primo dopo la prima legge in Italia, anche se ancora lontana dai diritti acquisiti in molti paesi non solo Europei, sulle unioni civili e subito dopo la recente sentenza della cassazione che dà il via libera sull’adozione dei figli del/la partner nelle coppie dello stesso sesso mettendo la parola fine al dibattito sulla stepchild adoption. Siamo ritornati per le vie del capoluogo felici per gli obbiettivi raggiunti, consapevoli che ancora molto ci sarà da lavorare ma anche col cuore gonfio di tristezza dopo i recenti ed orribili fatti di Orlando , addolorati per le tante violenze subite dalla comunità LGBTQIA della Turchia bloccata con violenza e forza spropositata perché chi ha partecipato ad un pride conosce bene quanti giovani e adulti , bambini e vecchi pacificamente senza disordini marcia assieme. Quest’ anno si stima più di 200.000 persone a Milano. La nostra associazione Le Rose di Gertrude di Magenta non poteva mancare e assieme ai movimenti, gruppi, associazioni, collettivi che danno vita al Coordinamento Arcobaleno di Milano e Provincia, ha sostenuto , promosso ed organizzato con le proprie risorse alla parata del Milano Pride. Il corteo è iniziato per le ore 16 da piazza duca d’ Aosta (stazione centrale) e si è concluso dopo tutto corso Buenos Aires ai bastioni di Porta Venezia. Negli ultimi anni le associazioni hanno fortemente desiderato scrivere nel documento politico, per spiegare il perché del Pride diverse rivendicazioni. Negli ultimi oltre a ribadire le storiche rivendicazione del movimento LGBTI Nazionale, sono entrati a pieno titolo anche quei diritti per tutte quelle minoranze in difficoltà come ad esempio a favore dei migranti, riscoprendo una Milano ricca e multi etnica ma anche in difficoltà per molte “chiusure” il più delle volte per paura che offrendo diritti ad alcuni altri ne vengano privati. Riscontrando le lacune, le omissioni di leggi dovute anche per colpa di svariate e deboli argomentazioni che alcuni partiti o movimenti cercano in questo modo di alimentare la paura e fingendo di non comprendere l’importanza e la realtà delle differenze che sono un valore, un arricchimento e non un problema. Abbiamo i rivendicato il diritto di uguaglianza attenti ai vari episodi di cronaca quotidiana, i troppi femminicidi, specchio di una società ancora troppo maschilista e sessista. La scarsa informazione-formazione, la paura di insegnare la convivenza pacifica che accoglie e non respinge. Le religioni usate per propaganda, un Dio come scudo che punisce, vendicativo da riproporre per nuove crociate e il miraggio di convivere tutti in uno stato Laico che rimuoverebbe moltissimi problemi anche solo applicando l’articolo 3 della nostra Costituzione. “Magenta siamo anche Noi”, questo negli ultimi anni lo slogan delle Rose di Gertrude per alcuni progetti politici. Siamo Cittadini che lavorano per una città che è in grado di includere e non escludere. Fieri siamo sfilati al Pride in gruppo che ha visto diversi partecipanti anche extracomunitari ad esempio: americani, africani. E’ stata per me e per tutt* una forte emozione avere al nostro fianco, a camminare con noi trai i più diversi anche: Uyi. Con coraggio ha portato con noi lo striscione dell’associazione delle Rose di Gertrude. Uyi A. giovane ragazzo rifugiato 28enne Nigeriano ha iniziato tempo fa un percorso in attesa di documenti per il riconoscimento di asilo per motivi umanitari e liberamente era al suo primo Pride. Con vero coraggio, da protagonista, vincendo la paura, ha fatto con la sua presenza ufficialmente il suo comin out assieme a noi. Arrivati ai Bastioni al termine del corteo con emozione ho preso per mano Uyi e l’ho portato fino sul palco del Pride dove davanti ad amici, alle autorità presenti, a più di 200 000 persone ha letto gli articoli 3 e 10 della nostra Costituzione. Lui come tanti altri nel suo Paese di Origine (Nigeria) ma anche come in altri stati non solo Africani dove si rischia ancora il carcere e la pena di morte ha scelto di affidarsi: Libero in uno Stato Democratico e solido che potrà aiutarlo. A breve, dopo la nostra documentazione potrà così richiedere asilo per motivi umanitari. Abbiamo concretamente cercato di realizzare lo slogan coniato per questa edizione del Milano Pride: “Nessuna Esclusione!” Veramente sono state tante le persone amiche ed amici, colleghe, famigliari, cittadini e i rappresentanti dell’amministrazione locale di magenta al nostro fianco. Per molti è stato il Primo Pride che come tutte le prime volte non si scorderà mai! Uniti calorosamente al nostro fianco, per sostenere le cause della comunità LGBTQIA, delle donne, dei Rifugiati, dei disabili per uno Stato Laico civile, rispettoso, inclusivo. Queste alcune delle mie riflessioni per Le Rose di Gertrude”
Sergio Prato