TURBIGO – Continua la storia sulle vie turbighesi, tenendo presente che con il numero 8 indichiamo la via Ludovico Ariosto. Si tratta del secondo vicolo di Via Lonate denominato con delibera n. 120 del Consiglio Comunale del 28 settembre 1971. Prima di proseguire nella nostra storia, rammentiamo che fino a tutto l’Ottocento le ‘strade comunali’ erano poche. Poste nella zona centrale del paese portavano e portano ancora i toponimi tradizionali: ‘via Monteruzzo’, ‘contrada Fredda’ e via dicendo.
Diffuse erano le ‘strade vicinali’, poste normalmente ai confini del paese, realizzate su suolo privato per accedere a determinati fondi o per collegarsi a pubbliche vie. Poi c’erano le ‘strade provinciali’ come la ‘strada del porto’, che da Milano conduceva al porto sul Ticino, delineata dai ‘culugnitt’ in serizzo, ancora in parte conservati in Via Roma a Turbigo e sulla strada che porta al ponte di Castano.
Per quanto riguarda la storia delle Vie turbighesi, dopo la prima guerra mondiale, i socialisti al governo del paese vollero inserire nella memoria storica locale i nomi delle località dove fu versato il sangue italiano nella prima guerra mondiale: Col di Lana. Pasubio, Bainsizza.
Con il fascismo la denominazione delle Vie assunse, innnzitutto, un carattere nazionale (a seguito di un decreto di Mussolini, una ‘Via Roma’ doveva esserci in tutti i paesi), poi più squisitamente politico: ‘Via 20 ottobre 1922’ (data della marcia su Roma) che, nel secondo dopoguerra, sarebbe diventata Via XXV aprile 1945 e altre ancora cancellate dalla storia successivamente. Rimasero in vigore solamente Via Adua (l’Impero) e Vicolo 11febbraio 1929 (Patti Lateranensi).
Nel secondo dopoguerra la situazione venne presa un mano dai partiti e saranno loro che porteranno agli onori della toponomastica i loro uomini migliori. Tenendo conto del fatto che – a norma di legge – una Via può essere intestata ad un personaggio solo 10 anni dopo la sua morte, abbiamo: De Gasperi per i democristiani; Gramsci per i comunisti; Matteotti e Nenni per i socialisti e i socialdemocratici. Nel 2009 una breve Via è stata dedicata a Ezio Mari Gray, nazionalista, fascista e parlamentare repubblicano. Accanto ai ‘politici’ – nella denominazione delle Vie – compaiono nomi di personaggi turbighesi che hanno dato lustro al paese: Giuseppe Gené, Carlo Bonomi.
Una sola via è dedicata ad un sindaco, Paolo Tatti, mentre nel 1985, nell’urbanizzazione del Belvedere, sono state tracciate strade che ricordano le famiglie nobili che si sono succedute nella storia medievale del paese: Landi, Odescalchi, D’Adda, Gallarati…
Ultimo settore imponente, quello della religione. Tra santi (Aimo e Vermondo), cardinali (Plati, Piatti), parroci (Riboni, Beretta), frati (Agostiniani) il numero delle Vie a loro dedicato è importante e documenta la profonda religiosità del mondo contadino.
FOTO E’ ancora leggibile la scritta ‘Contrada del Convento’ sull’arco di entrata. Documenta la presenza, per circa due secoli, dei frati Agostiniani Scalzi. La soppressione del convento avvenne nel 1805, quando il potere politico decise di incamerare tutti i beni della manomorta che erano lasciati abbandonati a se stessi e non pagavano niente di tasse.