Il motto che ha sempre contraddistinto la vita di Marco Flavio Invernizzi è: “Si vive una volta sola, ma se lo fai bene è abbastanza” seguendo quello che era davvero la sua voglia di fare è partito un anno fa per un’avventura alla Willi Fog e tornato giusto ieri nella sua Cuggiono.
Accolto a suon di musica “We are the Champions” ovviamente nella storica Villa Annoni.
Applaudito dagli amici, da chi lo ha conosciuto grazie a questa impresa, dal sindaco Flavio Polloni, dal sindaco del comune vicino di Inveruno Sara Bettinelli, dal presidente dell’Ecoistituto Valle del Ticino Oreste Magni.
Marco spiega: Non è stata un’impresa sportiva – tiene a precisare – è stato semplicemente un sogno che sono riuscito a realizzare. La voglia di mettermi in gioco e di stimolare ulteriormente la mia curiosità”.
Di viaggi in bicicletta Invernizzi ne aveva già fatti parecchi, ma un giro del mondo è una pazzia. E’ qualcosa che lascia il segno.
Ad accoglierlo ieri c’era anche Enzo Battistella, della Cicli Battistella che ha creduto nella sua impresa e lo ha sostenuto. Da Cuggiono Invernizzi ha pedalato alla volta della Francia, della Spagna, del Portogallo. Poi in nord America per scendere verso il Messico, la Colombia, il Perù, il Cile. E poi dall’altra parte del mondo, in Nuova Zelanda, in Australia e, quindi in Asia, in India, nel Myanmar, e giù in Sudafrica. Per fare rientro in Europa e pedalare per gli ultimi 1.500 chilometri fino a casa.
Ora tornerà alla sua vita da tecnico informatico.
Poi si penserà ad un’altra avventura. Bilancio: cinque continenti toccati, 35.000 chilometri fatti, 30 paesi visti. “Non ho faticato – ha assicurato – pedalavo per circa 120 chilometri al giorno, a volte anche di più”. Ad ogni tappa ha annotato tutto, minuziosamente, nel suo blog. Comprese le cose che non sono andate bene.
Oreste Magni ha commentato così l’avventura di Marco: “E’ fantastico sapere che, in un periodo in cui si costruiscono muri per dividere, un ragazzo semplice come Marco ha deciso di girare il mondo in bicicletta per scoprire e ammirare le diversità dei vari popoli”.
Dall’India Marco è volato alla volta di Johannesburg, in Sud Africa passando dai quasi 50 gradi ai 20 e anche meno. Passando dal clima torrido all’inverno. “In un centro commerciale mi sono ritrovato sulla bicicletta una borsa di cibo, offerto dai dipendenti di un ufficio; più tardi cercando un posto dove campeggiare, una signora mi ha proposto di dormire nel suo resort. In realtà, in tutto il mondo sono sempre stato accolto a braccia aperte e questa credo sia la lezione di vita più importante”.