Il caso di Fabio ci viene segnalato dai membri di Casapound, con loro siamo andati a conoscerlo e soprattutto a sentire la sua storia dopo che un incidente lo ha fatto diventare tetraplegico.
Sotto un certo punto di vista Fabio è fortunato nella sfortuna, figlio unico, eredita una casa dai suoi genitori e sotto il punto di vista “logistico” è abbastanza a posto, ha anche una buona pensione, quindi, guardando la sua situazione da un punto di vista “superficiale” qualcuno direbbe “non gli manca niente!”; noi lo abbiamo ascoltato con attenzione e abbiamo capito che non è così!
Chi scrive, purtroppo nella sua vita ha avuto la sfortuna, per un lungo periodo, ha avuto la sfortuna di dover dipendere, causa un incidente, non grave come quello di Fabio, ma abbastanza importante, per cui quando il ragazzo ci racconta la sua questione psicologica ne intuisce il dramma interno che Fabio vive.
Dopo l’incidente, mentre è ancora in ospedale, suo papà muore, due dolori forti in breve tempo, nel momento di massimo bisogno, notiamo una smorfia che gli serve per rompere l’emozione del racconto, la compagna lo lascia, da come ci racconta riceve un altro duro colpo, hanno una figlia in comune e comprensibile che le persone che lui amava diventassero uno scoglio in mezzo al mare dove il naufrago si attacca in quello che è il suo istinto di sopravvivenza, ma non è cosi, vorrebbe raccontarci la difficile separazione ma, prendendo un forte sospiro e dandomi un soprannome mi dice: “Gibo, va bene cosi, io vivo negli occhi di mia figlia, è l’unico motivo per cui resisto, va bene cosi”.
Capiamo la difficoltà del racconto privato, quindi andiamo sul problema reale e gli chiediamo con una domanda diretta, secca, magari dura: “ma scusa, hai un ottima pensione, un appartamento tuo, una figlia che crescerà e un domani ti aiuterà, dov’è il problema” subito con un sorriso sarcastico ci risponde: “fratello, ero un dirigente, fortunatamente ho una buona pensione, ma sai quando costa per un tetraplegico (senza l’uso di tutti gli arti, ndr) vivere come una persona con la sua dignità? Bene la mia pensione che è alta non basta, ho bisogno di una badante che mi assiste 24 ore su 24, non posso mai stare solo, devo passare gli alimenti per mia figlia, come in questo momento, che non sto molto bene, l’assistenza deve essere continua e le spese aumentano di conseguenza”.
Solo per la badante servono circa 1200 euro mese, più gli alimenti per la figlia e le spese, Fabio non avanza nemmeno i soldi per il cibo, come dice lui: “raschio il fondo dai miei risparmi, ma quando finiranno non ce la farò più!”
Ha chiesto aiuto agli assistenti sociali, all’amministrazione Pignatiello, ma ha sempre ricevuto una risposta negativa, l’unica risposta che ha ricevuto è stata “se non puoi farcela, ritirati in un centro per disabili”.
Lo guardo e penso, perché purtroppo penso, non posso fare solo il semplice cronista, “ma a questi fenomeni che dovrebbero occuparsi del sociale, non insegnano la dignità umana”, perché alla fine Fabio è consapevole della situazione che vive, ma non vuole perdere la sua dignità di uomo che in molti casi continua a farti vivere e sentirti parte della normalità.
Caso segnalato, speriamo che Pigniatiello ci legga, chi può dia una botta alla sua coscienza, si buttano tanti soldi, Fabio è uno di noi, speriamo mai, ma un domani può essere tuo fratello, un tuo amico, tuo padre o tuo figlio, i ragazzi di Casapound sottolineano è un italiano, merita di vivere con dignità.
Vi facciamo conoscere Fabio nella videointervista: