Un ragazzo di 20 anni alla stazione di Ventimiglia, cittadina al confine con la Francia. Un ragazzo dell’Eritrea che vuole raggiungere la moglie a Parigi, ma gli viene impedito. Pochi giorni fa noi di CorriereAltomilanese abbiamo svolto un reportage tra l’Italia e la Francia per documentare quanto sta accadendo. Questo è l’ultimo servizio dalla cittadina ligure. Oggi ci stiamo scontrando con una realtà che, inevitabilmente, avrà ripercussioni pesantissime sul nostro paese. E sul nostro territorio in particolare.
Quella dei migranti. Una migrazione differente da quella che hanno vissuto i nostri antenati. I migranti dell’Africa Subsahariana lasciano il loro paese perché si sentono in pericolo. Lasciano il loro paese per ritrovare la famiglia che si è già stabilita altrove. Soltanto una minima percentuale di loro vuole rimanere in Italia. La stragrande maggioranza vuole arrivare in Francia e nel nord dell’Europa. Quel ragazzo con cui abbiamo parlato è soltanto uno dei mille esempi che abbiamo incontrato a Ventimiglia. Dorme da due settimane in stazione in attesa di arrivare al centro della Croce Rossa del Parco Roja. E’ stremato, come i suoi amici. Non sappiamo nemmeno come facciano a continuare in questo modo, ma l’istinto di sopravvivenza li fa continuare.
“Voglio andare a Parigi perchè c’è mia moglie”, ci ripete. E l’amico ci mostra le ferite da coltello che ha subito in Libia. La Libia è un paese pericolosissimo. I ragazzi dell’Eritrea hanno raggiunto il Sudan per poi arrivare in Libia. Quindi sono arrivati in Sicilia e poi li hanno mandati al nord dove il loro viaggio si interrompe bruscamente. Sono musulmani. Sulle panchine fuori dalla stazione ci sono famiglie di eritrei. Donne con bambini piccoli. Parlano solo arabo. Ridono scherzano. L’Europa non li vuole. Non sa dove metterli. C’è il rischio di infiltrazioni terroristiche. Impossibile negarlo. Tutto può essere e tutto può succedere in un mondo dove regna il caos totale. E’ un dramma quello dell’immigrazione. Dati alla mano l’immigrato è una persona forte, giovane, mediamente istruita. Chi lascia il suo paese è consapevole dei rischi che corre. Ad oggi l’Europa non è assolutamente in grado di fronteggiare questa emergenza.
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