Marco Lavagetto ha il pregio di semplificare la vita degli (altri) artisti, regalando punti fermi. Indica la Stella Polare mentre si è soli in mezzo al mare di squali che è l’arte contemporanea.
A lui dobbiamo quello che io rinominerei da Complotto di Tirana a Teorema di Tirana, vista la sua natura inconfutabile e matematica. Dopotutto se c’è qualcuno che fa complotti non è certo lui, al massimo la sua geniale performance nel settembre del 2001 mise in luce il complotto che il sistema dell’arte contemporanea è (ma su questo punto tornerò in futuro).
Per la seconda volta oggi Marco Lavagetto mi semplifica la vita. Da tanto tempo cercavo le parole giuste per spiegare perché tante opere esposte in famose gallerie, fondazioni e musei, fossero fuori luogo. Ne avevo la certezza, sentivo che mancasse qualcosa, ma il quadro non mi era chiaro. Ora lui, con sconcertante perentorietà e semplicità, sembra dirmi con questo testo: “Semplice, non hanno odore!”.
In un’epoca in cui si cercano sapori ed odori in ogni ristorante, nei musei invece vengono esposte opere che “non sanno di niente”.
Dunque caro lettore non temere, il nostro intento è mostrarti opere diverse da quelle che ti hanno fino ad ora tenuto lontano dal mondo dall’arte contemporanea.
Mi sono sentito in obbligo di pubblicare questo testo per la fluidità ed i collegamenti sensati.
Buona lettura a tutti.
Sante
ACQUOLINA IN BOCCA
Il profumo ha una forza di persuasione più convincente delle parole, dell’apparenza, del sentimento e della volontà. Patrick Süskind
I nostri cinque sensi (vista, udito, olfatto, gusto, tatto) sono basilari per rapportarsi al mondo che ci circonda.
Gli odori sono ricordi preziosi, nascosti nelle pieghe della psiche.
Rimangono incastrati, fino a quando apri un vecchio libro o un fumetto che avevi letto da bambino e riaffiora tutto, come fosse ieri, come fosse ora.
Un profumo di un amico che non c’è più, ti abbraccia prepotentemente come se fosse un flashback di un viaggio lisergico.
L’olfatto è un senso che scatena reazioni ancestrali.
L’odore del sesso di quella donna incontrata per strada con cui avevi fatto tante volte all’amore, percependo quella fragranza sepolta nella memoria, sfocia improvvisamente in un’eccitazione animale.
Un cane che odora la merda degli altri cani, un cane che odora il sesso di una cagna in calore, un cane che annusa il sesso di una femmina, sono prove indiscutibili che anche noi siamo rimasti attaccati all’odore primordiale.
Le mosche ronzanti “sentono” la morte che si avvicina, si posano sulle piaghe dei moribondi: le mosche servono anche a questo.
Il concetto della morte non ha corpo ma l’odore nauseante della morte in realtà lo avvertiamo anche noi.
Se entri in un obitorio a occhi chiusi, c’è sempre un odore inconfondibile di formalina che azzera il fetore della morte.
Se entri in una galleria d’arte importante, non senti gli odori perché è sempre pulita.
Ma i quadri ad olio esposti nelle gallerie? Se entra un cieco e si avvicina a un quadro, capisce subito che è un quadro ad olio. Bello o brutto che sia.
Quell’odore inconfondibile, diventa un certificato olfattivo.
Prima di mangiare al vernissage in galleria, ti devi accertare che sia commestibile. Nella nostra mente, c’è sempre un archivio registrato di odori, che siano buoni o cattivi.
Un esempio elementare che possiamo capire quando un lattante percepisce un odore sgradevole e il bambino non lo mangia.
Se entriamo in un ristorante e sentiamo un odore pesante di frittura, non siamo stimolati per mangiare, il sano appetito arriva quando ti viene l’acquolina in bocca.
La cosiddetta “acquolina in bocca” è un aumento della salivazione dovuto soprattutto all’odore. Olfatto e gusto sono sempre collegati.
Nell’arte ci sono cose che superano l’olfatto: la storica merda d’artista di Piero Manzoni e l’inesistente profumo di eternit di Luca Vitone.
La merda di Manzoni in scatola non si può vedere e non si può sentire.
Le boccette di profumo di Vitone, oltrepassano l’olfatto di quel veleno inodore. Un odore concettuale.
Roberto Costantino diceva che la merda non puzza più, “è una merda senza odore”.
Ma non è andato a vedere la mostra di Manifesta con tonnellate di merda esposte.
Il dado è tratto! La puzza di merda diventa un’opera in sé e il tanfo dell’arte milionaria, copre l’odore del fumo di un attentato ad Aleppo.
Marco Lavagetto, 2016