Maxi intervento della Guardia di Frontiera Svizzera nella mattinata di oggi. Fermati e controllati minuziosamente due cronisti locale che si erano recati nel territorio elvetico per documentare l’eventuale ingresso di profughi. Risultato: mezzora di colloquio con il comandante e divieto tassativo di scattare fotografie che ritraggono gli uomini in divisa. Fotografie che, tra l’altro, non erano state nemmeno scattate. Questa mattina noi di CorriereAltomilanese.com eravamo a Como per la problematica dei profughi che ha trasformato il parco antistante la stazione ferroviaria in un’area degradata. Siamo saliti sul treno per Chiasso.
Qualche ragazzo dell’Eritrea abbozza un tentativo di salire, ma i controlli sono serrati e desiste. Noi saliamo e percorriamo in treno i cinque chilometri che ci portano in territorio Svizzero. Scendiamo in un territorio completamente tranquillo. Percorriamo pochi metri per uscire dalla stazione e si presentano dinanzi a noi tre guardie di confine che ci chiedono documento e tesserino giornalistico. Si posizionano in modo da evitare qualsiasi via di fuga. Uno all’uscita, l’altro all’ingresso dei treni e il terzo davanti a noi a dirci che a breve sarebbe arrivato il comandante. Tutto questo è stato scatenato dalla presenza visibile della macchina fotografica di Francesco Maria Bienati.
La polizia di frontiera non vuole lasciare nulla al caso e controlla ogni cosa. E’ così anche in Italia. Parecchie volte ci vietano di fotografare, giustamente, le forze dell’ordine al lavoro. In questo caso però non era stata scattata nemmeno una fotografia e già erano partiti controlli serrati. Le guardie parlano, soprattutto, tedesco. Arriva il comandante che ci accompagna davanti all’ufficio e ci spiega le motivazioni di questo intervento deciso. Alla terza ammonizione scatta la sanzione salata. E’ possibile scattare foto all’esterno, in luogo pubblico. Usciamo e circoliamo per le vie di Chiasso per alcuni minuti, prima di risalire sul treno che ci riporta in Italia. Nemmeno l’ombra di un profugo in circolazione. Tutto pulito in Svizzera. A cinque chilometri è il caos. Non ci stupiamo di questo.