L’odore di urina che fa vomitare e ti resta impresso mentre sali le gradinate che portano alla stazione San Giovanni di Como. Attorno, nel parco, tende, ammassi di stracci, ragazzi che si lavano alla fontanella e rifiuti. Tanti rifiuti sparsi ovunque. Uno spettacolo indegno al confine tra l’Italia e la Svizzera. Qualche italiano che, passando, si tappa il naso da tanto che è forte la puzza. CorriereAltomilanese.com era li, in mezzo a quei ragazzi. Anzi, ragazzini perché i più grandi che abbiamo incontrato hanno detto di avere 17 anni. Arrivano da Etiopia ed Eritrea e vogliono andare tutti in Germania. Un gruppo gioca a pallone, altri dormono sotto le coperte, altri ancora frugano nel cassonetto dell’immondizia in cerca di qualcosa, alcuni risalgono verso la stazione e si siedono in attesa dell’arrivo del treno per Chiasso.
Ma la Polizia è troppa, i controlli sono serrati. Pochi ce la fanno ad arrivare dove vogliono. E anche se ce la fanno hanno poche speranze di continuare il viaggio. Due mezzi della Croce Rossa stazionano per le visite di rito. Il problema igienico sanitario esiste, ma i controlli sono abbastanza buoni e tutto sommato ordinati. Ci sono ragazzi, ragazze e pochi bambini. Un esercito di giovani che ha lasciato il proprio paese. “Non voglio essere ripreso – ci dice Hassam, eritreo di 17 anni – Anzi, ti dico una cosa. Ti rilascio un’intervista se ci porti dall’altra parte del confine, in Svizzera. Io voglio andare in Germania perché ci sono i miei fratelli, non voglio rimanere qua. Sono tre settimane che siamo in questo posto”.
La Caritas si occupa della distribuzione dei pasti e tutto attorno è un via vai di volanti della Polizia. Il fenomeno immigrazione è un fenomeno sociale che sta diventando incontrollabile. Una bomba pronta ad esplodere. La Svizzera li rispedisce indietro e l’Italia se li tiene in attesa di non si sa che cosa. Safi Jamal è un ragazzo etiope di 17 anni e ci racconta la sua avventura. Anche lui ha il sogno di arrivare in Germania. Conosce i grandi atleti del suo paese e li invidia.
Conosce il fondista Haile Gebreselassie e il maratoneta arrivato secondo alle recenti Olimpiadi e che ha mimato il gesto dell’arresto mentre tagliava il traguardo. Perché in Etiopia parlare di diritti è ancora un lusso. Alla stazione ci sono due ragazzi etiopi. Sta arrivando il treno per Chiasso. “Come with us on the train”, diciamo loro. Sorridono, ma la Polizia è pronta ad intervenire. Alla prossima ci riproveranno, di sicuro.